è deducibile soltanto “a posteriori”. Dopo la somministrazione del rimedio omeopatico corretto il paziente è in grado di:
- recuperare un buon livello di autonomia
- mantenere l’autonomia nel tempo
Limiti della metodica omeopatica
- difficoltà di diagnosi del rimedio corretto attraverso una gerarchizzazione scorretta dei sintomi
- difficoltà di valutazione della capacità reattiva del paziente
- difficoltà di interpretazione del riferito del proprietario
Fattori condizionanti e limitanti
situazioni verificabili da chiunque quando si ampliano gli orizzonti di approccio e relazione al paziente
- postumi di patologie che debilitano il paziente e ne riducono la capacità reattiva
- stress emotivo profondo e prolungato nel tempo come:
- sindrome abbandonica
- morte di familiari
- morte di altri animali con cui hanno sempre convissuto
- difficoltà di interazioni o umani appartenenti al nucleo familiare
- cambio di residenza o trasferimento al pensionato
- cambio di abitudini di vita
- sospensione dell’attività fisica, ludica o sportiva
- lunghi periodi di trattamento con farmaci convenzionali
- pazienti sottoposti ad intervento chirurgico
- pazienti sottoposti a lunghi periodi di immobilizzazione
- difficile comprensione da parte del proprietario dell’evolversi della terapia
- concomitanti gravi endocrinopatie (morbo di Cushing, morbo di Addison..)
Differenze tra approccio tradizionale e omeopatia
diverso approccio al paziente:
- uguale iter diagnostico
- diversi parametri di riferimento