Piodermite

Definizione ed eziologia

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Definizione:

La piodermite o dermatite piogenica /suppurativa è un’infezione sostenuta da batteri piogeni, solitamente streptococchi e stafilococchi, che può interessare gli strati superficiali della cute (piodermite superficiale) o diffondere in profondità (piodermite profonda).

Eziologia:

Le piodermiti si instaurano quando viene a mancare l’integrità della pelle; alterazioni del pH cutaneo (pH alcalini), ridotta funzionalità della cute come barriera difensiva, lesioni traumatiche ripetute ed autoinflitte (grattamento/leccamento), deficit immunitari e malattie infiammatorie sottostanti sono tutti fattori predisponenti l’insorgenza di infezioni batteriche secondarie.

 

Cause e diagnosi

Diagnosi:

Segnalamento ed anamnesi, valutazione dei segni clinici, riconoscimento delle lesioni, diagnosi differenziali e diagnosi di laboratorio rappresentano gli steps diagnostici per un corretto approccio alle piodermiti.

Alcuni esami possono essere utili sia per escludere determinate patologie presenti nella diagnosi differenziale che per la scelta di una terapia mirata; scotch test, raschiati cutanei, prelievo ed analisi microscopica del pelo, esame citologico e/o colturale delle lesioni, indirizzano verso la scelta di una terapia farmacologica specifica che segue alla diagnosi di certezza. L’iniziale terapia adottata molte volte aiuta nella diagnosi; piodermiti recidivanti necessitano di ulteriori indagini atte ad escludere o confermare la presenza di patologie sottostanti (ipotiroidismo, Cushing, diabete mellito, demodicosi, squilibri ormonali e del sistema immunitario, ipersensibilità ecc..).

Piodermiti di superficie

Sono caratterizzate dalla colonizzazione batterica superficiale che rimane confinata nello strato più esterno della cute; non sono infezioni propriamente dette e spesso prendono il nome di pseudo piodermiti. La proliferazione batterica si instaura secondariamente alla perdita della funzione di barriera della cute.

Piodermite superficiale

Infezione batterica superficiale che interessa il bulbo pilifero e le zone cutanee adiacenti più frequente nel cane rispetto al gatto, dove la patologia cutanea è ben più rara. Generalmente secondaria a malattie endocrine o di natura allergica si manifesta con lesioni primarie (eritemi, papule e pustole), secondarie (croste e scaglie) e zone di alopecia; il prurito può essere presente e di notevole intensità o assente.

I segni clinici sono variabili e non aiutano nella diagnosi di certezza che si avvale dell’esame citologico ed istopatologico e delle colture batteriche.

La piodermite superficiale è in diagnosi differenziale con le patologie cutanee su base autoimmune, con la dermatofitosi (infestazione micotica) e con le dermatosi da acari (demodicosi e rogna/scabbia).

Piodermite profonda

Evoluzione dell’infezione superficiale, a carattere cronico, che porta all’interessamento degli strati più profondi della cute; frequente nel cane e meno nel gatto si manifesta con cellulite, foruncolosi e prurito più o meno intenso.

La rottura del follicolo pilifero diffonde l’infezione profondamente ed i segni clinici che compaiono possono comprendere linfoadenomegalia, febbre, depressione del sensorio ed anoressia per l’interessamento sistemico conseguente alla sepsi generalizzata.

Cellulite, lichenificazione, papule e croste, essudati sierosi, emorragici e purulenti, si accompagnano a lesioni cutanee che esitano in tragitti fistolosi caratteristici della piodermite profonda.

La pododermatite batterica è l’infezione profonda, batterica e secondaria che interessa la cute del piede; le lesioni pruriginose scatenanti il continuo leccamento/grattamento della zona interessata favoriscono l’insorgenza di infezioni secondarie che evolvono aggravando il quadro clinico caratterizzato da lesioni papulo-pustulose, nodulari, edematose, ulceranti e con tendenza alla fistolizzazione.

Dolore e zoppia possono manifestarsi frequentemente insieme all’aumento di volume dei linfonodi regionali.

Terapia

L’approccio farmacologico viene adattato e modificato secondo il tipo di piodermite e delle eventuali cause sottostanti; l’iter terapeutico prevede la somministrazione di antibiotici per via sistemica e topica, il controllo del prurito, quando presente, e la gestione della patologia eventualmente sottostante.

Prima di intraprendere la terapia antibiotica sarebbe opportuno effettuare un esame colturale con antibiogramma per scegliere l’antibiotico più adatto ed efficace nei confronti dei microrganismi patogeni causa d’infezione.

In caso di sospetta o accertata compromissione del sistema immunitario o per la terapia di piodermiti profonde sono da preferire antibiotici ad azione battericida e non batteriostatica. Generalmente la terapia viene prolungata, sia per le piodermiti profonde che superficiali, oltre la remissione dei sintomi.

Per il trattamento delle piodermiti l’utilizzo dei corticosteroidi potrebbe non essere consigliato, soprattutto all’inizio della terapia; il cortisone, mascherando i sintomi della patologia cutanea, non permette una corretta valutazione del quadro clinico e contribuisce al mantenimento dell’infezione aumentando il rischio di recidive.

Il trattamento con shampoo medicati può essere molto utile come coadiuvante della terapia antibiotica sistemica; preceduta da una corretta rasatura del pelo ed effettuata massaggiando e frizionando la cute del cane la shampoo terapia rimuove croste e residui, riduce la carica batterica superficiale ed ha un effetto dermoprotettivo e lenitivo.

TERAPIA OMEOPATICA CLASSICA

La ricerca del Rimedio Omeopatico individuale viene fatta attraverso una visita e una conversazione con il Proprietario per riuscire a determinare le caratteristiche comportamentali e fisiche peculiari di quel particolare paziente.

Non esiste un Rimedio omeopatico che guarisca la cute o faccia sparire il prurito a tutti, soluzione in verità poco credibile, ma il Rimedio viene diagnosticato e scelto tra i 3.000 disponibili.

La nostra organizzazione del lavoro prevede l’invio di un questionario da rinviarci

compilato e da noi rielaborato prima della visita.

Questo ci aiuta ad inquadrare:

  1. Un’anamnesi accurata comprensiva di tutti gli esami, diagnosi e terapie fino a quel momento.
  2. la sintomatologia particolare del paziente. Per esempio le modalità di aggravamento e miglioramento del prurito, la sua sensibilità rispetto ad eventuali allergeni, etc.
  3. Verificare la possibilità di una casualità all’esordio della patologia.
  4. l’ambiente in cui il paziente vive e le sue abitudini.
  5. le sue caratteristiche comportamentali in relazione: al nucleo famigliare, al comportamento con proprietari, persone ed altri animali. Eventuali alterazioni avvenute in seguito alla malattia, etc.