Dermatologia

Dermatite da Malassezia

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Malassezia pachydermatis è un lievito saprobiotico lipofilico che isola comunemente nel condotto uditivo esterno sano e sulla cute di cani e gatti. Il lievito colonizza la cute immediatamente dopo la nascita. In certi casi esso può moltiplicare eccessivamente dando luogo ad una dermatosi eritematosquamosa, solitamente accompagnata da cattivo odore.

Malassezia pachydermatis fa parte del genere Malassezia, insieme ad altre 6 specie (M. furfur, M. sympodialis, M. globosa, M. obtusa, M. restricta e M. sloofiae): sono lieviti di piccole dimensioni (dai 2 ai 7 µm) che si riproducono per gemmazione unipolare ripetitiva.

Ci sono fattori che permettono lo sviluppo eccessivo di Malassezia, come l’aumento dell’umidità locale, una produzione di sebo eccessiva o alterata, la presenza di pliche cutanee o ancora danni alla funzione di barriera della cute. Queste alterazioni dell’equilibrio cutaneo spesso hanno una causa sottostante, soprattutto nel cane, ad esempio:

  • lesioni della cute date da ectoparassiti, in particolare la demodicosi
  • malattie endocrine, soprattutto ipotiroidismo
  • ipersensibilità cutanea (dermatite atopica)
  • piodermiti
  • terapie con corticosteroidi o con antibiotici
  • alterazioni della cheratinizzazione (es. seborrea idiopatica, disfasia epidermica del West Highland White Terrier)
  • nei gatti: infezione da FIV, neoplasia maligne come il timoma o l’adenocarcinoma del pancreas

Malassezia: sintomatologia

Cane

I sintomi più comuni in caso di dermatite da Malassezia sono eritema, prurito, esfoliazione, seborrea e odore rancido. In casi cronici si aggiungono iperpigmentazione e lichenificazione. La dermatite può presentarsi in forma localizzata (pieghe cutanee, condotto uditivo esterno, piega labiale, muso, regione ventrale del collo, spazi interdigitali, pieghe ungueali, regione perineale)  o generalizzata.

Queste lesione cutanee sono speso accompagnate da un’otite esterna concorrente.

Si ricorda che la dermatite da Malassezia è solitamente secondaria e che è indispensabile mettere in atto le indagine diagnostiche necessarie per individuare la malattia predisponente. Le forme primarie sono infatti rare.

Gatto

Nel gatto si ritrovano lesioni eritematose a carattere essudativo, localizzate sul dorso e sul muso nel Persiano. Lesioni papulopustolose si presentano sul mento, molto simili all’acne felina. I casi generalizzati assumono il carattere di alterazioni cheratoseborroiche diffuse, con comparsa di otite eritematoceruminosa.

Epidemiologia

La Malassezia è una causa molto frequente di dermatite nel cane. Non è stata rilevata una predisposizione legata a sesso o a età. Esistono invece razze predisposte, come Basset Hound, West Highland White Terrier, English Setter, Shih Tzu, Dachshund, Cocker Spaniel, American Cocker, Poodle, German Shepherd, Collie, Shetland, Jack Russel Terrier, Silky Terrier, Australian Terrier, Springer Spaniel e Shar Pei.

Nel gatto è molto più rara; vi sono segnalazioni in gatti con pelliccia anomala, come Sphinx e Devon Rex.

Si è registrato un carattere stagionale dell’infezione: si manifesta alla fine della primavera e si prolunga fino all’inizio dell’autunno.

Non ci sono prove che indichino contagiosità della Malassezia.

Diagnosi

La diagnosi di dermatite da Malassezia è basata sull’anamnesi, sull’esame obiettivo, su esami complementari che rivelino la presenza del lievito e sulla risposta a specifici trattamenti.

Citologia

Il test diagnostico d’elezione è la citologia. Esitono diverse metodiche per ottenere un campione e sono:

  1. prelievo per impressione: soprattutto in caso di lesioni a carattere essudativo od oleoso, applicando direttamente il vetrino sulla lesione sospetta
  2. prelievo con nastro adesivo
  3. prelievo per raschiatura: con una lama o un bisturi
  4. prelievo mediante tampone

Il campione viene fissato con il colore e colorato. Poiché Malassezia può essere osservata anche all’esame citologico di soggetti sani, numerosi studi hanno proposto criteri per stabilire quale è il numero di lieviti che dovrebbe essere considerato significativo. Probabilmente identificare 1 lievito per campo a 1000X ad immersione è da considerarsi patologico, in un soggetto con lesioni cliniche comparabili.

Coltura micotica

La coltura dimostra la presenza della specie di Malassezia sulla cute o sul pelo del cane. I terreni più idonei sono il Sabouraud Agar destrosio e l’Agar Dixon modificato. La temperatura è compresa tra i 32 e i 37° ed in atmosfera contenete il 5-10 % di CO2 si ottiene la crescita ottimale in 72 ore.

Coltura di Malassezia pachydermatis

E’ un test poco utilizzato: a positività della coltura infatti ha scarso valore diagnostico poichè, come già detto, Malassezia fa parte della normale flora del cane.

Esame istopatologico

Si può eseguire su biopsie cutanee; esso rileva spesso la presenza di Malassezia sulla superficie dell’epidermide (sullo strato corneo) o nei follicoli piliferi.

Tuttavia, la loro assenza non esclude la dermatite da Malassezia. Infatti il prelievo può essere stato compiuto in un’area non infetta e/o i lieviti possono essere stati eliminati durante la preparazione per l’esame istopatologico.

Nella dermatite da Malassezia si possono osservare varie lesioni come ipercheratosi ortocheratosica con marcati foci di ipercheratosi, acantosi e spongiosi con sporgenza irregolare di vasi sanguigni, esocitosi linfocitica nell’epidermide e pustole intraepidermiche contenenti neutrofili o eosinofili.


Esame istopatologico di un cane con dermatite da Malassezia. Presenza di lieviti nello strato corneo

Terapia

La terapia si basa sull’utilizzo di farmaci antimicotici, per via topica o sistemica.

Terapia locale

Si possono utilizzare shampi antimicotici o spugnature con soluzioni antimicotiche dopo l’applicazione di semplice shampoo antiseborroico. I prodotti per shampoo contenenti miconazolo, clorexidina, piroctone olamina o chetoconazolo sono i più adatti, mentre le spugnature vanno fatte con soluzioni antimicotiche contenenti polisolfato di calcio (non disponibile in Europa) o enilconazolo.

Il trattamento topico deve essere effettuato due o tre volte alla settimana durante le prime due settimane e poi una volta alla settimana.

Terapia sistemica

Necessaria in presenza di gravi segni clinici o lesioni estese. Il trattamento sistemico è basato soprattutto sulla somministrazione di chetoconazolo o di itraconazolo. La griseofulvina è inattiva contro Malasezia.

Il trattamento deve proseguire per 7-10 giorni dopo la guarigione.

Terapia omeopatica classica

La ricerca del Rimedio Omeopatico individuale viene fatta attraverso una visita e una conversazione con il Proprietario per riuscire a determinare le caratteristiche comportamentali e fisiche peculiari di quel particolare paziente.

Non esiste un Rimedio omeopatico che guarisca la cute o faccia sparire il prurito a tutti, soluzione in verità poco credibile, ma il Rimedio viene diagnosticato e scelto tra i 3.000 disponibili.

La nostra organizzazione del lavoro prevede l’invio di un questionario da rinviarci

compilato e da noi rielaborato prima della visita.

Questo ci aiuta ad inquadrare:

  1. Un’anamnesi accurata comprensiva di tutti gli esami, diagnosi e terapie fino a quel momento.
  2. la sintomatologia particolare del paziente. Per esempio le modalità di aggravamento e miglioramento del prurito, la sua sensibilità rispetto ad eventuali allergeni, etc.
  3. Verificare la possibilità di una casualità all’esordio della patologia.
  4. l’ambiente in cui il paziente vive e le sue abitudini.
  5. le sue caratteristiche comportamentali in relazione: al nucleo famigliare, al comportamento con proprietari, persone ed altri animali. Eventuali alterazioni avvenute in seguito alla malattia, etc.