STOMATITI

Introduzione

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Introduzione

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Con il termine “stomatite” si indica un’infiammazione della mucosa orale, una situazione che si riscontra sempre più di frequente nei pazienti veterinari. Le cause che portano a questa patologia sono molte, come verrà descritto più avanti; in generale comunque qualsiasi circostanza che alteri significativamente la replicazione dinamica, la maturazione e l’esfoliazione della mucosa sana favorisce lo sviluppo della malattia.

Il tessuto orale ci offre inoltre la possibilità di apprezzare lo stato di salute dell’animale: esso infatti può riflettere uno stato di piressia, di anemia o di malfunzionamento di specifici apparati, come in caso di problemi renali, epatici, cardiorespiratori o immunologici.

Eziologia

Come si può vedere dalla tabella, le cause di stomatite sono varie e comprendono sia patologie esclusivamente a carico della bocca sia malattie sistemiche. Di estrema importanza sono le stomatiti cosiddette idiopatiche, la cui causa non è identificabile; sono sempre di maggior interesse, soprattutto nella medicina felina e si tratta di patologie croniche che spesso non trovano una terapia adeguata.

Comuni cause di stomatite
 
Traumi:
  • corpi estranei
  • masticazione o ingestione di sostanze caustiche
  • masticazione di cavi elettrici
Malattie immunomediate :
  • pemfigo
  • lupus eritematoso sistemico
Infezioni:calicivirus

 

  • Herpesviurs/Calicivirus felino
  • stomatite ulcerativa necrotizzante
  • candidiasi
  • nocardiosi
Infezione secondaria a immunosoppressione:
  • FeLV
  • FIV
Ascessi delle radici dentarie
Parodontite grave
Osteomielite
Farmaci o tossine:
  • reazione da farmaco
  • avvelenamento da metalli pesanti (tallio)
  • ingestione di Dieffenbachia (pianta da appartamento)
Disordini metabolici:
  • insufficienza renale
  • diabete mellito
  • ipotiroidismo
Idiopatica:
  • stomatite linfoplasmocellulare felina
  • complesso del granuloma eosinofilico
Carenze nutrizionali:
  • carenza di niacina

Sintomatologia Clinica

La maggior parte dei cani e gatti con stomatite presenta una saliva spessa e filante, forte alitosi, disfagia e/o anoressia secondaria all’algia. Alcuni animali sono ipertermici e dimagriscono. Per quanto la maggior parte dei sintomi siano aspecifici, ogni tipo di stomatite presenta delle peculiarità:

DANNO CHIMICO: l’ingestione di alcali o acidi forti determina lesioni del cavo orale. In molti casi l’agente specifico non viene individuato ma il contemporaneo interessamento della mucosa esofagea o gastroenterica supporta la diagnosi di ingestione di sostanza caustica.

STOMATITE DA CALICIVIRUS (GATTO): le lesioni orali inizialmente appaiono come piccole vescicole, soprattutto sul margine anteriore e su quelli laterali della lingua. Rapidamente la loro rottura lascia erosioni e ulcere, che spesso si uniscono creando un’ ampia area di ulcerazione. Queste lesioni sono più marcate in animali nutriti con alimento secco.

STOMATITE ULCERATIVA NECROTIZZANTE: vi sono gengivite, ulcerazioni orali, necrosi tissutale, intensa alitosi e dolore durante la masticazione. Numerosi batteri quali le spirochete ed i bacilli fusiformi contribuiscono all’instaurarsi della patologia.

STOMATITE DA HERPESVIRUS (GATTO): l’interessamento della cavità orale è meno imponente rispetto al calicivirus. Può presentarsi però scialorrea accompagnata da piccole vescicole e ulcere sulla lingua e nell’orofaringe.

 

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STOMATITE LINFOPLASMOCELLULARE (GATTO) patologia ad eziologia sconosciuta (si pensa possa essere la conseguenza di stati di immunodeficienza associati a fenomeni locali di ipersensibilità), caratterizzata da lesioni proliferative iperemiche friabili, spesso simmetriche, a livello degli archi glossopalatini. Comune è l’interessamento concomitante del faringe. Può instaurarsi una gengivite ulcerativa molto dolorosa che limita l’assunzione del cibo.

INFEZIONE DA NOCARDIA: solitamente cani e gatti con nocardiosi presentano grave alitosi, gengivite ed ulcerazioni del cavo orale. Nei casi più gravi sono presenti necrosi e pseudomembrane. Le lesioni più gravi sono a livello periodontale, raro è invece il coinvolgimento del linfonodi manidibolari e della cute circostante.

CANDIDIASI ORALEcaratteristica è la formazione di placche biancastre o pseudomembrane. È una patologia relativamente frequente e facilitata da condizioni di immunodepressione (malattie sistemiche, terapie antibiotiche prolungate, chemioterapia).

DANNO FISICO: corpi estranei come spine vegetali possono penetrare nella lingua e nella gengiva, causando glossite, gengivite ed iperplasia gengivale. All’esame del cavo orale, un’ispezione ravvicinata può rivelare la presenza di sottili spicole vegetali conficcate nei tessuti.

 

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Diagnosi

L’esame visivo della cavità orale non è sufficiente per diagnosticare questa patologia. Poiché come si è visto si tratta di una patologia multifattoriale e spesso idiopatica, è necessario escludere tramite approfondimenti tutte le patologie e i disordini sistemici che possono dare questa sintomatologia. È opportuno quindi effettuare degli esami di laboratorio (emocromocitometrico, biochimico e analisi urine) per svelare una causa sottostante: iperproteinemia dovuta a iperglobulinemia si riscontra in circa la metà dei casi. La presenza di azotemia con un basso peso specifico delle urine suggerisce l’insufficienza renale come causa.

Si può proseguire poi con una esame bioptico: istologicamente si può evidenziare una densa infiltrazione di plasmacellule e linfociti nella mucosa e sottomucosa orale. Possono essere presenti neutrofili e eosinofili.

Anche i test specifici per FIV e FeLV possono venire effettuati: il 15-20% dei gatti con questa patologie sono positivi alla FeLV mentre la positività alla FIV varia dal 25 all’80%.

Terapia: primo intervento e Farmacologia

La terapia è sia sintomatica (per controllare i segni clinici) sia specifica (diretta alla risoluzione della causa sottostante). Dipendendo strettamente quest’ultima dall’eziologia, appare chiaro come sia indispensabile riconoscere la causa scatenante per poter instaurare un trattamento il più specifico possibile.

I protocolli terapeutici saranno specifici per l’agente causale e prevedono la somministrazione di molecole diverse.

– terapia dentale: è utile effettuare un’adeguata pulizia e lucidatura dei denti

– terapia antibiotica: amoxicillina, amoxicillina/clavulanico e metronidazolo. In caso del complesso gengivite/stomatite linfoplasmocellulare è necessaria una terapia per lungo tempo atta a tenere sotto controllo la carica batterica patogena distribuita sulle mucose del cavo orale e sulla superifice dei denti. L’antibioticoterapia da sola ha tuttavia portato ha un miglioramento solo temporaneo in una bassa percentuale di gatti.

– Corticosteroidi: portano beneficio nel 70-80% dei casi. La terapia per patologie croniche però prevede l’utilizzo di prednisone per tempi molto lunghi (4-6 mesi e più). Se la terapia orale è difficoltosa si può usare metilprednisolone acetato sottocute. L’uso cronico di metilprednisolone può portare a diabete mellito.

– Gel topico: migliora temporaneamente la faucite e gengivite

Terapie secondarie: ulteriori possibilità

Sali d’oro: portano beneficio nel 75% dei casi. Aurotioglucosio o oro sodio tiomalato da somministare una volta alla settimana per 16-20 volte. Poi la dose è ridotta una volta ogni due settimane per due mesi, poi mensilmente per 8 mesi. Effetti collaterali della terapia non sono comuni ma includono trombocitopenia, pancitopenia e insufficienza renale. Necessarie analisi complete ogni mese. La terapia con i sali d’oro può essere usata in combinazione con glucocorticoidi e antibiotici per avere una risposta più rapida.

Alfa interferone

Immunosoppressori: si usano se le altre misure non sono servite: aziatropina, clorambucil, ciclofosfamide. La conta dei neutrofili deve essere monitorata ogni settimana durante il primo mese di terapia e poi ogni 8-12 settimane della terapia. La terapia deve essere sospesa se la conta dei neutrofili scende sotto le 3000/ml.

Megestrolo acetato: è provato dare effetti benefici in casi di GSPC ma gli effetti collaterali (diabete mellito) ne limitano l’uso solo dopo ogni fallimento delle altre terapie.

Terapia Omeopatica