NAVICOLITE

Introduzione

Casi correlati

Le borse sinoviali sono sacche di tessuto connettivo rivestito da un endotelio secretorio, la membrana sinoviale, contenenti un liquido viscoso, la sinovia. Solitamente sono appiattite e frapposte a strutture che si muovono l’una sull’altra (periostio, tendini, muscoli o legamenti). Esse  servono a ridurre l’attrito tra le parti in movimento, come tendini, legamenti o muscoli, oppure servono ad  attenuare gli effetti di una pressione eccessiva tra queste strutture e le prominenzee ossee sottostanti.  La bursite è un’infiammazione acuta o cronica di una borsa sinoviale.

Nel cane la bursite più frequente è quella a carico dell’articolazione del gomito. Viene anche chiamata igroma olecranico.

Gli igromi possono verificarsi anche in coincidenza delle altre prominenze ossee, come il grande trocantere, tuberosità ischiatica, protuberanza occipitale esterna, processi spinosi dorsali delle vertebre toraciche)

Introduzione

Definizione:

La malattia navicolare è una condizione degenerativa che interessa l’articolazione interfalangea distale del piede del cavallo; può manifestarsi in ambedue gli anteriori e le strutture anatomiche colpite sono l’osso navicolare, la borsa podotroclerae del navicolare ed il flessore digitale profondo che vanno a costituire l’apparato podotrocleare insieme ai legamenti sesamoidei (l’osso navicolare si chiama anche sesamoide distale) ed al legamento anulare digitale distale. Le strutture anatomiche interessate dalla sindrome navicolare vanno incontro ad alterazioni degenerative quali la sclerosi dell’osso subcondrale, lesioni litiche, erosioni, entesiofiti (vegetazioni ossee che originano in corrispondenza delle inserzioni muscolari tendinee e legamentose)  ed aderenze tra il tendine del digitale profondo e l’osso navicolare.

Cause genetiche, difetti di conformazione del piede ed il lavoro su terreni duri che stressano l’articolazione sono fattori predisponenti la sindrome navicolare; possono essere ovviati tramite prevenzione, ferrature correttive e controllo del suolo su cui si allenano e lavorano i cavalli.

Cenni di anatomia del piede:

 

Il piede del cavallo è costituito dall’insieme di seconda e terza falange, strettamente connesse al pastorale (prima falange), tessuti circostanti e muraglia.

Il pastorale (che insieme a sesamoidi, ossa metatarsali/carpali, legamento sospensore del nodello e la sua briglia, falange intermedia e distale e principali tendini, forma l’articolazione del nodello) distalmente si articola con la seconda falange dove si inserisce, sulla faccia palmare o plantare il tendine del flessore superficiale. Segue la terza falange, di forma piramidale pertanto chiamata anche osso piramidale, dove termina con il proprio tendine il flessore profondo; la falange distale si articola con l’osso navicolare e presenta l’attacco per un altro tendine, l’estensore comune delle falangi. L’osso piramidale, il cuscinetto digitale e le cartilagini alari che si inseriscono sulla falange, formano la struttura atta ad ammortizzare le pressioni.

La muraglia o zoccolo viene suddivisa in punta, mammelle, quarti e talloni; la parte rivolta verso il basso è la suola, una superficie concava che comunica al livello di linea bianca con la muraglia, fatta come una “V” ad apice verso la punta e base o fettone verso i talloni.

Il fettone prende contatto con il cuscinetto digitale e la sua natura elastica lo rende l’altra struttura ammortizzante le pressioni, inoltre assicura anche il ritorno venoso comportandosi come una specie di pompa.

I difetti del piede possono causare appoggi scorretti con conseguente uso alterato della parte posteriore che espone a traumi ripetuti l’apparato podotrocleare.

Bibliografia:
Veterinaria Pratica Equina Le Point Veterinaire Italie Srl Milano Anno XII n.3 settembre 2010
Reuben J. Rose David R. Hodgson “Manuale di Clinica del Cavallo” seconda edizione Antonio Delfino Editore Roma 2005

Cenni di biomeccanica del piede del cavallo

La fase di appoggio, durante l’andatura, è il momento in cui il piede del cavallo è maggiormente sollecitato; numerosi sono i meccanismi di ammortizzamento dello zoccolo e di ciò che in esso è contenuto.

 

Adattamento del piede

Scatola cornea, lamine dermiche ed epidermiche, cheratofillo e podofillo, attenuano le vibrazioni che si generano durante la fase di appoggio e la capacità di deformazione del piede assicura l’assorbimento delle forze al momento del contatto con il suolo.

Nuovi studi di biomeccanica riportano una tesi, confermata da alcuni studi in vivo, secondo cui i talloni che si deformano spontaneamente, allontanandosi nella fase di appoggio, permetterebbero al fettone di espandersi con riduzione della pressione sul cuscinetto digitale. L’allontanamento dei talloni nella fase di carico è limitata dalle barre che ne permettono il riavvicinamento al termine della fase di appoggio (movimenti d’elaterio: apertura e chiusura dei talloni). La deformazione della scatola cornea si ripercuote all’interno (cartilagini ungueali) favorendo la spinta sanguigna che nutre i tessuti ed ammortizza le vibrazioni, la terza falange scende leggermente sotto l’effetto della pressione che però è attenuata dalle lamine dermiche ed epidermiche; tutte queste modificazioni rappresentano la capacità deformante necessaria ad ammortizzare gli shock.

Zoccolo e base ossea/articolare sono programmati appositamente per rispondere alle forze meccaniche esercitate sul piede.

Sintomatologia

La sindrome navicolare si presenta con “zoppia” e dolore localizzato sulla faccia palmare del piede (regione posteriore dei piedi anteriori). In fase iniziale la zoppia mono o bilaterale può essere intermittente ma con l’evolversi della patologia peggiora gradualmente in relazione all’intensità dello stimolo algico.

I cavalli inizialmente preferiscono un appoggio in punta accorciando l’andatura, in stazione quadrupedale portano l’arto interessato più avanti rispetto al controlaterale o in fase di riposo cambiano continuamente appoggio e possono manifestare zoppia a “freddo” all’inizio del lavoro. Al trotto perdono il ritmo preferendo passi piccoli, se in circolo o su terreni duri, la zoppia si accentua notevolmente e nella fase di preparazione al salto limitano l’intensità della battuta sugli anteriori (saltando “di massa” non eseguono le fasi corrette della parabola di salto, il tronco non è verticalizzato ma orizzontale al terreno ed invece di ricevere sull’anteriore anticipano l’appoggio sui posteriori).

Bibliografia:

Veterinaria Pratica Equina Le Point Veterinaire Italie srl Milano Anno XII n.3 settembre 2010

Reuben J. Rose David R. Hodgson “Manuale di Clinica del Cavallo” seconda edizione Antonio Delfino Editore Roma 2005

Ross M.W., Dyson S.J “Diagnosis and Management of Lameness in the horse”

Auer J.A., Stick J.A. “Equine Surgery” Saunders & Co. 2006

Diagnosi

L’esame clinico dell’apparato locomotore mette in evidenza una zoppia generalmente cronica, intermittente, apprezzabile a freddo o su terreni duri ed in volta, localizzata agli arti anteriori con dolore sulla faccia palmare del piede. L’andatura è alterata con falcate più corte e maggiore appoggio in punta. La sindrome podotrocleare si differenzia in varie forme a seconda delle strutture anatomiche maggiormente interessate (forme tendinee, legamentose, ossee, osteoarticolari e miste) e la diagnosi avviene tramite esame clinico supportato dalla valutazione radiografica.

 

L’attenzione del veterinario è diretta all’osservazione delle linee di appiombo, della simmetria dello zoccolo, dell’asse digitale e dell’inclinazione del piede ed all’analisi degli atteggiamenti (carico alternato durante il riposo, tremori alla grassella dopo lavoro, arti fuori di se, ecc..). L’ispezione in movimento permette di valutare il tipo di zoppia, in risposta allo stimolo algico l’arco di sospensione del piede (arco descritto a partire dalla fase di levata fino all’appoggio) si abbassa. I test di flesso-estensione del nodello per la diagnosi di zoppia possono essere eseguiti ma non sono specifici per la sindrome navicolare; nella maggior parte dei casi stressare l’articolazione comporta un peggioramento del quadro clinico. Nel test, esercitando una forza sulla punta dello zoccolo, si flettono nodello e falangi per alcuni minuti e successivamente si lascia trottare il cavallo; la zoppia peggiora se è presente un problema al livello di articolazione metacarpofalangea ed interfalangea mentre in caso di navicolite il dolore alla flessione non è sempre rilevante. Lo stesso accade alla palpazione con tenaglia da piede (sonda) a cui spesso i soggetti con sindrome navicolare non rispondono positivamente.

La dolorabilità del navicolare si valuta poggiando la sonda sul terzo medio del fettone.

 

 

Per valutare lo stato del piede si esegue anche il Test del cuneo di Lungwitz, tramite l’applicazione di un cuneo con piano inclinato (20°) sotto lo zoccolo. Il test serve per stressare alcune strutture anatomiche maggiormente sollecitate a seconda dell’orientamento del cuneo stesso; soggetti con dolore in sede palmare rispondono positivamente al test, accentuano la zoppia, dopo posizionamento del cuneo orientato con apice verso i talloni.

Per restringere il campo è possibile effettuare l’analgesia diagnostica (blocco perineurale) con blocco dei nervi digitali palmari o più nello specifico con l’anestesia della borsa navicolare.

I risultati vanno interpretati cautamente in quanto anche altre strutture del piede perdono momentaneamente di sensibilità.

Le proiezioni radiografiche normalmente utilizzate sono la dorso – palmare, la latero – mediale e skyline palmare (radiografia tangenziale); si apprezzano entesiofiti ed alterazioni dell’osso subcondrale, assottigliamento della corticale con aumentata densità della midollare, fori vascolari allargati, fratture.

 

 

Bibliografia:

Veterinaria Pratica Equina Le Point Veterinaire Italie srl Milano Anno XII n.3 settembre 2010

Reuben J. Rose David R. Hodgson “Manuale di Clinica del Cavallo” seconda edizione Antonio Delfino Editore Roma 2005

Ross M.W., Dyson S.J “Diagnosis and Management of Lameness in the horses

Diagnosi differenziale

Terapia

Pareggio del piede, mascalcia terapeutica, riduzione dell’intensità del lavoro, trattamento farmacologico ed infine intervento chirurgico fanno parte del trattamento della sindrome navicolare.

 

 

Bibliografia:

Veterinaria Pratica Equina Le Point Veterinaire Italie srl Milano Anno XII n.3 settembre 2010

Reuben J. Rose David R. Hodgson “Manuale di Clinica del Cavallo” seconda edizione Antonio Delfino Editore Roma 2005

Auer J.A., Stick J.A. “Equine Surgery”  Saunders & Co. 2006