Filosofia omeopatica

Franco del Francia: l’uomo e il maestro

Settembre 2011
“ Un ricordo di Franco del Francia : l’Uomo e il Maestro “.
Dott. Mauro Dodesini
Articolo pubblicato sul Medico Omeopata n°47.

“E’ successo quello che pensi che non succeda mai, quello che si rimuove ! E adesso rimane il disagio,  l’incapacità di coordinare pensieri e parole nel tentativo di elaborare l’accaduto, di dargli un significato ed accettarlo”. E’ quanto afferma, commosso, Maurizio Testadura, amico di sempre e compagno di Franco in tanti anni di pratica e scuola di Omeopatia. Franco del Francia non c’è più. Se ne è andato in silenzio impartendoci l’ultima lezione di umiltà e riservatezza. Alla moglie Carla aveva chiesto il silenzio: “Non dire a nessuno che sto soffrendo”… Persino la salma nella sua muta compostezza esprimeva ancora l’autorevolezza di un Uomo che, pur divorato dalla malattia,  suscitava il rispetto che lo ha sempre contraddistinto. Anche la Natura gli ha tributato il suo omaggio facendo risplendere al sole, durante il suo ultimo viaggio, gli amati campi d’oro di girasoli Maestro della stupenda professione della medicina veterinaria e poi della disciplina omeopatica unicista, Franco è stato e rimarrà per sempre il Fondatore della Omeopatia Veterinaria in Italia.

A testimonianza del suo infaticabile impegno, dell’insegnamento inteso come missione nel campo omeopatico, rimangono tutte le sue opere. Pochi giorni prima di morire Del Francia ha consegnato a Maurizio Testadura, suo erede spirituale, gli appunti personali relativi alla dottrina ed all’approfondimento psicologico dei rimedi omeopatici: il lavoro di una vita,  che verrà pubblicato a beneficio di quanti lavoreranno con l’omeopatia.

Rimane il suo percorso che dalle prime esperienze autodidattiche lo ha trascinato alla messa in pratica dell’Omeopatia Veterinaria  con la metodica unicistica, cioè quella più difficile, anche qui senza “sconti” con quella intransigenza morale che ha sempre pagato di persona, sulla sua pelle,  pur di fare quello in cui credeva e non quello che sarebbe stato più facile! Franco era un grande e tipico figlio della sua terra: passionale e sanguigno non soltanto colto e studioso. Studiava costantemente e approfondiva la sua conoscenza anche lontano da occhi indiscreti nei ritagli di tempo che la professione gli concedeva.

Aveva sposato la causa dell’Omeopatia perché ne aveva verificato i prodigiosi effetti nella clinica e non accettava supinamente che fosse offesa tanto dai suoi denigratori esterni quanto dai suoi balbettanti praticanti più tesi all’autoaffermazione che non alla validazione del Metodo. L’Uomo era fiero, caparbio, intransigente, come deve essere un Maestro. Ha combattuto tutta la vita per evidenziare l’efficacia dell’Omeopatia in Medicina Veterinaria: ha avuto la forza di superare le derisioni, le facili critiche, le argomentazioni pretestuose, anche in tempi difficilissimi quando un precursore deve subire la potenza dell’estabilishment.

Ha superato tante difficoltà perché è stato in grado di confutare le argomentazioni altrui con i fatti: le sue sperimentazioni erano sul campo della clinica non su quello della polemica. I risultati delle sperimentazioni effettuate con l’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana sono talmente evidenti che hanno fatto nascere non soltanto collaborazioni, ma profonde amicizie. E’ stato stroncato da un male incurabile: non il cancro, ma l’invidia. Il programma era già stato ratificato: sarebbe stato il primo corso di Omeopatia Veterinaria approvato da una Facoltà di Medicina Veterinaria in Europa. Si rimangiarono la parola data e, all’ultimo momento il Corso non decollò. Questa profonda amarezza lo ha ucciso: l’Uomo era tutto d’un pezzo, per niente incline al compromesso. Si sarebbe spezzato, ma non piegato e così è stato.

Era un Uomo d’altri tempi che non si riconosceva più in un’epoca in cui non esiste il rispetto della parola data, in cui untuose strette di mano e melodrammatici abbracci non esprimono amicizia e considerazione, ma solo bassa piaggeria e talvolta malafede. Gli è mancata l’ultima soddisfazione di una vita spesa a favore dell’Omeopatia, anche lui come i tanti Artisti che la sua generosa terra ha prodotto ha avuto la sua opera incompiuta. Ma anche qui si è differenziato: non dipendeva da lui ma da altri e i nemici non erano soltanto al di fuori del mondo dell’Omeopatia, ma anche al suo interno.