Coscienza e processi di informazione quantica

Introduzione

Le scoperte della fisica di questo secolo hanno profondamente cambiato la visione della realtà naturale. Oggi il quadro scientifico dell’universo risulta ben diverso da quello del tradizionale meccanicistico ottocentesco, che comunque influenza ancora la nostra cultura e la nostra mentalità.
La Teoria della Relatività ristretta (Einstein, 1905), oltre ad unificare i concetti di spazio e di tempo, ha dimostrato che la materia è semplicemente una forma di energia. La fisica quantistica (Planck, Bohr, Heisenberg, Schrödinger, Dirac ed altri, 1900-1928) ha poi evidenziato che a livello atomico tale forma di energia presenta una natura “vibratoria” o “ondulatoria”. La nozione classica di “materia” è valida dal familiare livello degli oggetti visibili fino al livello molecolare ed atomico (stadio chimico), ma ai livelli sub-atomici decade. Normalmente si dice che all’interno degli atomi vi sono delle particelle in movimento (es. gli elettroni); in realtà tali presunte “particelle” consistono di campi oscillanti, ovvero di strutture immateriali recanti “informazione”. Considerato tutto ciò, è legittimo chiedersi se lo studio scientifico della mente umana possa trovare risposte valide in termini di fisica fondamentale piuttosto che nei tradizionali termini materialistici. Fino ad oggi nessuno ha mai tentato un serio approccio fisico allo studio della mente: essa è considerata un’entità secondaria (rispetto alle entità fisiche fondamentali), riscontrata solo in organismi complessi come l’uomo o gli animali, e pertanto di esclusiva pertinenza delle scienze biologiche. Ma alcuni fisici, in seguito allo sviluppo della meccanica quantistica, hanno iniziato a chiedersi se la questione della mente possa avere relazioni con la fisica moderna. Alcuni aspetti paradossali ma verificati della meccanica quantistica sembrerebbero richiedere l’esistenza di una “consapevolezza” nei fenomeni subatomici, o comunque richiedono un riesame del concetto di “oggettività” e del ruolo dell’osservatore cosciente nei fenomeni fisici (Bell, 1966; Aspect ed altri, 1982, Mandel, Chiaoed altri,1991). D’altra parte una spiegazione fisica della coscienza deve pur esistere, se non si vuole ricadere in una concezione metafisica che separi la mente dal resto del mondo. Ebbene, oggi sappiamo che l’attività mentale è dovuta a processi chimici e fisici che avvengono nel cervello e nel sistema nervoso, a livello molecolare, atomico e probabilmente anche subatomico, cioè ai livelli descritti dalla meccanica quantistica. La biologia ha finora completamente ignorato le conoscenze rivoluzionarie della fisica moderna. La maggior parte dei biologi molecolari e dei genetisti sono irremovibilmente convinti che la natura possa essere spiegata attraverso conoscenze ottenute dalle molecole di DNA. La medicina come appendice di questo pensiero segue lo stesso percorso. Per comprendere le leggi che regolano “la vita” è opportuno integrare le conoscenze della fisica moderna con le recenti acquisizioni di biologia molecolare.

Dalla tradizione sciamanica universalmente diffusa sul pianeta, ai templi del sonno dell’epoca Ippocratica, alle medicine tradizionali orientali quali la Cinese, la Tibetana, l’Ayurvedica, ai sistemi terapeutici dello yoga, agli antroposofi, alla base di tutti questi sistemi troviamo una visione del mondo unitaria ed interconnessa abitata da forze e vibrazioni.

Attualmente sotto la spinta delle grandi trasformazioni avvenute nel panorama delle conoscenze scientifiche nel secolo scorso, in seguito alle acquisizioni della fisica moderna, stiamo vivendo, come ci ricordano gli storici della scienza, un mutamento di paradigma. Al paradigma cartesiano che ha sostenuto la scienza positivista per alcuni secoli sta subentrando il nuovo paradigma olistico/sistemico artefice di una nuova scienza.

Una scienza che dopo alcuni secoli di materialismo e di separazione tra mente e corpo ci sta riconducendo nel grembo della visione olistica delle origini. Grazie a nuove discipline quali la psicobiologia, la psico-neuroimmunologia e la ricerca sugli stati di coscienza,  si è arrivati a dimostrare in modo ormai inequivocabile l’inscindibile interazione corpo-mente per la quale, tra l’altro, atteggiamenti mentali e stati emotivi possono influire sull’attività biochimica dell’organismo agevolando processi di guarigione e il mantenimento della salute.

Conclusioni

La fisica quantistica  ha rivoluzionato non solo il modo di vedere la realtà, ma anche il modo di vedere i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre impressioni.

Potremmo riflettere a questo punto sugli approcci più diffusi alla malattia e chiederci in quale occasione, in quali ambiti ci si occupi del rapporto tra la malattia e il relativo stato di coscienza; quale sia il livello di educazione e di disponibilità del malato a fermarsi, ascoltarsi e prendersi  carico della propria malattia e della propria guarigione.

L’esperienza interiore e le dimensioni della coscienza sono i grandi dimenticati dell’odierno approccio alla malattia.

E’ vero peraltro che negli ultimi decenni, tutti quanti abbiamo assistito alla grande espansione che ha avuto per protagoniste le cosiddette medicine non convenzionali, dalla medicina psicosomatica, all’ omeopatia ed agopuntura, alle medicine naturali ed olistiche.

Ma questo non basta, se vogliamo aderire alle acquisizioni della nuova scienza, che concordano come abbiamo visto con le asserzioni delle antiche tradizioni spirituali, dobbiamo integrare le conoscenze della biologia molecolare con quelle della fisica moderna.