Cistite idiopatica felina

Patogenesi

Tra le patologie delle basse vie urinarie non ostruttive, un posto di primaria importanza spetta alla cistite interstiziale del gatto. Si tratta della diagnosi più comune di FLUTD di natura idiopatica (50-70%)

Viene definita come malattia infiammatoria non infettiva ad andamento cronico-ricorrente e tendenza recidivante e per molti aspetti, sintomatologici e patogenetici, ricorda la cistite interstiziale della donna. I sintomi sono frequentemente stagionali, con un netto peggioramento all’inizio della primavera.

La fisiopatologia non è chiara, ma si osserva più comunemente in gatti di giovane o media età, sovrappeso, che fanno poco esercizio, vivono in casa con più gatti e utilizzano lettiere comuni.

Le procedure diagnostiche di routine (analisi delle urine, radiografie, ecotomografie..) non per mettono di riconoscere un agente causale preciso. In corso di cistite interstiziale (sinonimo di idiopatica) la cistoscopia rivela microemorragie (petecchie) della sottomucosa della parete vescicale (le cosiddette glomerulazioni) accompagnate da altri segni di infiammazione muscosale, quali aumento della vascolarizzazione locale e stato edematoso.

Si ritiene che le modificazioni dell’epitelio vescicali rappresentino “lo stadio finale” delle alterazioni degli apparati nervoso ed endocrino del gatto, che esitano in un’eccitazione esagerata e nell’incapacità di affrontare gli stress ambientali.

Patogenesi

La patogenesi non è ancora del tutto chiara, ma è certo che alla base ci siano complesse interazioni tra il sistema nervoso e quello endocrino.

La cistite idiopatica nasce da  un’esagerata risposta del sistema nervoso simaptico allo stresso con una ridotta risposta endocrina.

 

 

Il risultato finale è un’alterazione dei processi cerebrali, con modificazioni della natura della risposta corticosurrenalica come conseguenza all’esposizione ad eventi esterni e alterazione dell’interazione tra le trasmissioni neuronali da e verso l’encefalo e la vescica. Le successive modificazioni dell’integrità dell’epitelio vescicale sono esacerbate da composto presenti all’interno dell’urina e dalle alterate interazioni con lo strato protettivo dei glicosaminoglicani che rivesto la superficie interna dell’organo.

Lo stress risulta essere un fattore molto importante e spesso precedede il primo episodio. Il coinvolgimento del sistema bervoso centrale può spiegare come le terapie dirette solamente alla vescica hanno un alto tasso di fallimento.

Tra i più comuni momenti stressanti per il gatto ricordiamo la convivenza con altri gatti (soprattutto in conflitto tra loro), il cambiamento di casa, l’ansia da separazione, lo stress associato alla minzione (es: lettiere non adeguate), brusche modificazioni della dieta, del clima o dell’accesso esterno, arrivo di nuovi animali o nuovi membri della famiglia, lavori di ristrutturazione della casa, modificazioni delle abitudini del proprietario o ancora stress del proprietario stesso.

Diagnosi

La diagnosi di cistite idiopatica si fa essenzialmente per esclusione. In prima visita è importante fare un’ anamnesi accurata, soffermandosi soprattutto sulle abitudini alimentari e alla vita di relazione dell’animale. In prima battuta si effettua anche un’analisi delle urine.

Con questo esame si possono riscontrare una varietà notevole di alterazioni, nessuna delle quali però specifica per una certa patologia vescicale.

Ematuria è un ritrovamento comune, anche se può essere presente ad intermittenza sempre nello stesso gatto.

-Si può trovare anche proteinuria e cristalluria. Una media cristalluria c’è anche in gatti normali, quindi è meglio evitare di dare un peso eccessivo a questo riscontro. Il peso specifico è spesso molto alto in corso di FIC, specialmente in gatti che mangiano esclusivamente secco. Un peso specifico basso invece (sotto 1.035) dovrebbe spingere a una visita accurata a tutto l’apparato. Certi animali che mangiano solamente cibo umido possono avere un peso specifico più basso di 1.030.

-Meno del 2% dei gatti con meno di 10 anni presentano un’infezione batterica importante. La possibilità di questa aumenta con l’età la presenza di calcoli, con poliuria e con certe patologie, come il diabete mellito, una patologia renale cronica e ipertirodismo.

Mediante esame ecografico si può valutare la presenza di calcoli (presenti nel 15-20% dei gatti affetti da FIC), masse o altre anormalità.

Terapia farmacologica

Tutte le terapie farmacologiche sono puramente dei palliativi: se non viene ridotto lo stress e non si apportano cambiamenti alla dieta, difficilmente si ottiene una risoluzione della cistite.

  • ANALGESICI. La FIC è una patologia dolorosa, così vengono prescritti analgesici per gli episodi acuti (ad esempio buprenorfina o fentanyl) e antinfiammatori non steroidei (es: meloxicam), da utilizzare con cautela a causa dei loro effetti collaterali sui reni e sul tratto gastroenterico. In Canada è approvato l’utilizzo del chetoprofene per uso felino; viene considerato molto sicuro grazie alla sua rapida eliminazione plasmatica.
  • ANTIDEPRESIVI TRICICLICI. Si sta sperimentando l’utilizzo di antidepressivi triciclici, come l’amitriptillina, che ha proprietà anticolinergiche, antinfiammatorie ed analgesiche, quando cambiamento di dieta e arricchimento ambientale  non bastano. Non esistono ancora dati precisi su questa terapia,
  • GLICOSAMINOGLICANI. La terapia con glicosaminoglicani è usata con successo nei 10-20% dei casi umani di cistite interstiziale. Vengono somministrati per riparare la mucosa vescicale ed hanno un effetto analgesico ed antinfiammatorio.
  • SPASMOLITICI. Da utilizzare in quei casi in cui il problema è lo spasmo uretrale.
  • FERORMONI: sembra che agiscano a livello di sistema limbico e ipotalamo, alterando lo stato emozionale dell’animale.

Terapia ambientale

L’arricchimento ambientale deve essere considerata come terapia primaria per la prevenzione dei disordini ricorrenti delle vie urinarie, come la cistite idiopatica.  Per arricchimento ambientale si intende permettere a tutti i gatti di accedere alle risorse primarie, diminuire lo stress rivedendo le interazioni con i proprietari, rendendo tollerabili i conflitti con gli altri animali ed eventualmente modificare certe abitudini.

CIBO

I comportamentalisti hanno visto che i gatti preferiscono mangiare da soli, in un luogo tranquillo, non disturbati o costretti a mangiare con ansia per la presenza di altri animali. E’ importante somministrare del cibo umido nei gatti affetti da FIC perché contiene una maggior quantità d’acqua. Quando si decide di cambiare la dieta, bisogna offrire il nuovo alimento in una ciotola nuova senza rimuovere il cibo usuale, permettendo così al gatto di esprimere le sue preferenze. Come si sa il gatto è un predatore: per stimolare le attività di ricerca e caccia si possono nascondere piccole quantità di cibo in giro per casa o utilizzare distributori che prevedono un’attivazione da parte del gatto. In questo modo si farà giocare  e muovere l’animale e si inserirà gradualmente il nuovo alimento.

ACQUA

E’ importante che il gatto assuma un giusto quantitativo di acqua. Ed è fondamentale aumentare l’assunzione di acqua da parte di un gatto affetto da cistite per diluire le urine. Ogni animale ha le sue preferenze e i fattori da considerare  legati all’acqua, proprio come al cibo, sono molti e includono la freschezza, il gusto, il movimento (fontanelle, rubinetti gocciolanti,  bolle dell’acquario), la forma del contenitore (certi gatti sembrano infastiditi se le vibrisse toccano la ciotola quando bevono). Come il cibo, un cambio di questi fattori può permettere al gatto di trovare la sua situazione ottimale.

 

LETTIERA

Soprattutto quando più gatti vivono insieme, è opportuno posizionare più lettiere per casa. E’ importante posizionarle in posti tranquilli, con eventuali vie di fuga per ridurre al minimo la tensione durante la minzione.

Ogni gatto sceglierà la sua lettiera, per la posizione,il materiale, per la grandezza e per la copertura. Le lettiere vanno ovviamente pulite con regolarità e riposizionate nello stesso luogo. Anche la sabbietta è molto importante: ogni gatto ha la sua preferita e un cambio repentino di questa potrebbe spingerlo a cercare altri luoghi per espletare le sue funzioni fisiologiche, cosa ovviamente non gradita dal resto degli abitanti della casa.

SPAZIO

Ogni gatto interagisce nel suo spazio con strutture fisiche, altri animali e l’uomo. E’ opportuno arricchire questo suo spazio con graffiatoi, strutture per arrampicarsi, riposare e nascondersi.

I gatti preferiscono posti elevati, amache, percorsi sollevati, scaffali o finestre. Una radio accesa in casa abitua il gatto a cambi improvvisi di volume e alle voci umane, la televisione ad una stimolazione visiva.

CONFLITTI

Quando due o più gatti vivono insieme, facilmente si creano conflitti tra di loro. E’ estremamente importante capire e identificare la causa poiché senza risoluzione di questi è praticamente impossibile ottenere una guarigione dalla cistite. Solitamente le cause di conflitto sono le risorse: cibo, spazio, lettiera, posto al sole, luogo  per coricarsi. I segni di un conflitto tra gatti possono essere manifesti o silenti. I segni manifesti sono facilmente riconoscibili: i gatti possono soffiarsi a vicenda, gonfiare il pelo e camminare a gambe tese. Se nessuno dei due “cede”, si può arrivare alla lotta, con graffi e morsi. Il gatto che crea il conflitto si riconosce facilmente: è quello che non cede mai, nega l’accesso alle risorse agli altri, li guarda con sfida. Può attaccare solo perché l’altro gatto si è avvicinato ad una risorsa, come cibo o la lettiera. Il gatto minacciato non può far altro che scappare e utilizzare dopo la risorsa.

Poiché i gatti non sembrano avere precise gerarchie o strategie di risoluzione delle dominanze, il gatto minacciato agisce evitando gli incontri degli altri gatti, diminuendo così fortemente le sue attività. Questi animali passano molto tempo in aree della casa che non sono utilizzate da altri oppure aspettando che non ci sia nessun’altro gatto per interagire con un membro della famiglia.

I conflitti aperti sono i più comuni quando in una casa con un gruppo di gatti socialmente maturi viene introdotto un nuovo gattino. E’ importante rendere disponibile da subito delle nuove risorse, sia per il nuovo che per i vecchi abitanti. Solitamente il conflitto può iniziare quando il nuovo arrivato diventa socialmente maturo (tra i 2 e i 5 anni), quando cioè iniziano a prendere il controllo del gruppo sociale e delle sue attività. E questo può succedere tra maschi,  tra femmine e tra maschi e femmine.

Esistono però anche conflitti silenti: ci si accorge solo quando il gatto più debole inizia a scappare, soffiare o ammalarsi.

Terapia Omeopatica