Vaccinazioni del Cane

Parvovirus

I proprietari e i veterinari di buon senso sono sempre più attenti alle reali esigenze degli animali e al mantenimento del loro stato di salute. Non è più accettabile la vaccinazione annuale “di routine”, senza chiedersi se questa sia realmente utile al nostro cane. Ogni paziente deve essere vaccinato per le malattie alle quali è a rischo, valutando la localizzazione geografica, le sue abitudini, lo stato di salute e l’età. I piani vaccinali non posso rimanere omologati come lo sono stati fino adesso.

Oggi vengono utilizzati vaccini contenenti fino a otto e più antigeni per dose, senza considerare i rischi reali di infezione. La somministrazione annuale di  vaccini polivalenti implica che ogni antigene vaccinale, di natura batterica o virale che sia, presente in ognuno dei prodotti polivalenti, sia in grado di indurre lo stesso grado di immunità in ogni paziente: questo non ha alcun senso. A seconda del vaccino e in base ai risultati di studi sperimentali controllati, i cani possono avere un’immunità protettiva dalla vaccinazione di durata variabile da alcuni mesi a 7 anni.

Oggi è possibile valutare con esattezza quando e quali vaccini ripetere grazie alla titolazione anticorpale: tramite un rapido prelievo di sangue è possibile conoscere lo stato immunitario del nostro animale.

Parvovirus

La parvovirosi è sostenuta dal parvovirus canino tipo 2. L trasmissione è oro-fecale e i segni clinici tipici includono letargia, anoressia, piressia, vomito e diarrea (tipicamente emorragica). Gli animali più giovani sembrano avere un rischio maggiore di sviluppare in maniera molto grave la malattia.

Vaccino: La raccomandazione di molti autori è quella di iniziare le vaccinazioni a 6-9 settimane di vita. Ci sono certe razze più predisposte (Doberman Pinscher e Rottweiler).

La durata dell’immunità è di diversi anni (almeno 7 secondo alcuni autori) e ciò rende possibile l’eventualità di un’ipervaccinazione. Per questo motivo, dopo i primi cicli vaccinali, si può passare a vaccinare ogni due o tre anni.

Leptospirosi

La maggior parte dei vaccini in commercio contiene sierotipi inattivati di L. canicola e L. icterohaemorrhagiae. La vaccinazione con questi prodotti non è consigliati nei soggetti con meno di 9 settimane a causa della tendenza allergenica del prodotto. Secondo alcuni studi, i titoli anticorpali post vaccinali potrebbero durare in qualche soggetto anche per 12 mesi. I vaccini inattivati antileptospirosi tuttavia non sono in grado di proteggere il paziente dallo stato di portatore sano che può svilupparsi in seguito all’esposizione dello stesso al microrganismo. Un altro grosso problema è la mancata cross reazione di questo vaccino con le altre varietà di leptospira presenti e che infettano il cane (L.interrogans, L. pomona..). In America sono stati messi sul mercato vaccini per altre varianti di Leptospira, ma la vaccinazione contro tutti i sierotipi è comunque resa impossibile dall’incidenza di episodi acuti di anafilassi in cani giovani (soprattutto sotto le 12 settimane di vita) e nelle razze nane (indipendentemente dall’età).

Tracheobronchite infettiva o tosse dei canili

La ttosseracheobronchite infettiva (ITB) è un’infezione complessa, causata da diversi patogeni a tropismo respiratorio che possono infettare il cane da soli o in associazione tra loro. Tra i virus responsabili troviamo quello del cimurro (CDV) e della parainfluenza, l’adenovirus (CAV-2), l’herpesvirus e il reovirus. Fra i batteri, ruolo principale lo interpreta Bordetella bronchiseptica. La protezione alle infezioni che colpiscono le mucose delle vie aeree superiori è fornita dagli anticorpi presenti nei secreti.

Sebbene lo stato di protezione contro la maggior parte dei patogeni si stabilisca nel corso dei normali programmi vaccinali,non sono disponibili vaccini contro patogeni come l’herpesvirus o il reovirus.

Esistono vaccini per la ITB sia ad uso parenterale che ad uso intranasale (di quest’ultimi la durata non è ancor ben documentata).

La vaccinazione parenterale inizia alle 6 settimane di vita e i cuccioli devono ricevere due dosi a distanza di 2-4 settimane; una protezione efficace non si stabilisce prima che siano trascore due o tre settimane dalla seconda vaccinazione.

Questi vaccini contro i patogeni respiratori non inducono un’immunità assoluta. In altre parole, ci si deve attendere che gli animali vaccinati che entrano in contatto con questi patogeni, ne vengano infettati e possano mostrare per poco tempo lievi segni di malattia.

Rabbia

La rabbia è una malattia infettiva acuta, scarsamente contagiosa, con manifestazioni a carico del sistema nervoso centrale rapidamente progressive, sostenuta da un virus appartenente alla famiglia dei rabdovirus, genere Lyssavirus. La sua diffusione è pressoché mondiale ad eccezione di Australia, Regno Unito, Giappone e Paesi Scandinavi. Colpisce animali selvatici e domestici e si può trasmettere all’uomo (zoonosi) e ad altri animali attraverso il contatto con saliva di animali malati e/o infetti, quindi con morsi, ferite, graffi, soluzioni di continuo della cute o contatto con mucose anche integre. Il cane, per il ciclo urbano,  e la volpe, per il ciclo silvestre, sono attualmente gli animali maggiormente interessati sotto il profilo epidemiologico, tuttavia sono coinvolti come reservoir anche il racoon dog (Nyctereutes procyonoides) e diverse specie di pipistrelli insettivori.

In  alcune regioni italiane è ritornata obbligatoria la vaccinazione annuale. Per  altre informazioni sulla patologia cliccare qui.

Ad oggi in Italia non è più obbligatoria la vaccinazione, dopo il conseguimento da parte dell’Italia dello status di Paese esente da rabbia.

Per recarsi all’estero con i nostri amici quattrozampe invece questa vaccinazione è obbligatoria. Per tutte le informazioni a riguardo vi consigliamo di leggere la sezione dedicata sul sito del Ministero della Salute. La validità per l’uscita dal paese della vaccinazione antirabbica dipende dal tipo di vaccino inoculato, perciò controllate sempre la data di richiamo riportata dal veterinario.

Qui troverete le informazioni per i viaggi all’interno dell’Unità Europea, qui invece per tutti gli altri Pesi.

Cimurro

Il cimurro è causato da un morbillivirus (Canine distemper virus CDV), che oggi giorno è ben controllato grazie ai programmi di vaccinazione che si sono fatti negli anni. La malattia tuttavia persiste ed è molto trasmissibile. L’infezione causa sintomatologia respiratoria, gastrointestinale e neurologica solitamente mortale.

Vaccino: Solitamente si somministra in prodotti polivalenti. La raccomandazione generale è quella di utilizzare vaccini vivi-modificati o ricombinanti e di somministrarlo tra le 6 e le 9 settimane di vita e di fare dei richiami dopo 3-4 settimane, fino alle 14-16 settimane di età.

Epatite Infettiva (Adenovirus canino)

La vaccinazione contro l’infezione da adenovirus canino, agente causale dell’epatite del cane (ICH), viene solitamente effettuata in associazione a quella contro il cimurro, iniziando il ciclo vaccinale in un età compresa tra le 6 e le 8 settimane. La vaccinazione antiepatite ha ridotto di molto la prevalenza di questa malattia, una volta diffusissima.

Vaccini: contengono  un adenovirus canino tipo 1 (CAV-1) omologo ucciso oppure un adenovirus canino tipo 2 (CAV-2) modificato di origine respiratoria e strettamente correlato al CAV-1.  Il primo di questi viene generalmente eliminato con l’urina, il secondo attraverso le secrezioni delle prime vie respiratorie. In ogni caso, la quantità di virus eliminata varia a seconda dei prodotti.

Effetti collaterali: un effetto collaterale del vaccino contenete il CAV-1 attenuato è rappresentato dalla sua capacità di causare in una piccola percentuale di soggetti un’uneite anteriore accompagnata da edema e opacità corneale (il c.d. “occhio blu”).  Al contrario, la capacità di indurre uveite dei vaccini conteneti CAV-2 non è stata documentata.

La vaccinazione iniziali può essere somministrate insieme a quella per il cimurro, quando il cucciolo raggiunge le 6-8 settimane e va ripetuta ogni 3-4 settimane sino alle 16 settimane.

Nel cane adulto viene suggerita la rivaccinazione annuale, anche se studi basati su infezioni sperimentali hanno dimostrato che, se l’antigene vaccinale è costituito dal CAV-2 attenuato, la durata dell’immunità indotta non è inferiore ai 7 anni.