Herpes virus Felino

Eziologia

Eziologia

L’herpesvirus felino 1 (FHV-1) è l’agente eziologico della rinotrachete virale. Caratterizzato da un’elevata moribilità, è ampiamente diffuso nelle popolazioni feline in tutto il mondo. Il virus appartiene alla famigliaHerpesviridae, sottofamiglia Alphaherpesvirinae, genere Varicellovirus. È stato descritto solo un sierotipo di FHV-1 ma ne esistono vari ceppi a virulenza diversa.

L’FHV-1 è un virus a doppio filamento di DNA avvolto in un capside icosaedrico, provvisto di envelope. Si sviluppa nelle cellule epiteliali congiuntivali, nelle vie respiratorie superiori e nei neuroni. L’infezione a livello neuronale permette al virus di stabilire uno stato latente che dura per tutta la vita dopo l’infezione primaria. Antigenicamente è avvicinabile all’herpesvirus canino e agli herpes virus 1 e 2 delle foche.

Il virus è inattivato in 3 ore a 37° ed è suscettibile alla maggior parte dei disinfettanti, antisettici e detergenti in commercio. A basse temperature il virus può rimanere infettivo per 5 mesi (154 giorni a 4°) anche se la sopravvivenza si accorcia con l’aumentare della temperatura (33 giorni a 25°, 4-5 minuti a 56°).

Sintomatologia

SISTEMICA

I gattini esposti per la prima volta al FHV-1 generalmente sviluppano febbre, letargia, inappetenza, starnuti, tosse, scolo nasale e congiuntivite con scolo oculare. La gravità di questi sintomi varia a seconda del ceppo virale, all’età dell’animale, allo stato immunitario e alla suscettibilità propria del soggetto. Il virus di solito è confinato alle alte vie respiratorie e agli occhi ma occasionalmente invade i polmoni facilitando l’insorgere di una polmonite batterica secondaria. I gatti affetti da questa polmonite sono solitamente destinati a morire. Il virus può anche essere ritrovato nel cervello, fegato e milza. I gatti con infezione primaria da FHV-1 di solito guariscono in 10-21 giorni. Anche se molti guariscono solo con una terapia di sostegno generale, alcuni necessitano di trattamenti più intensivi.

I gatti adulti in seguito a infezione da FHV-1 mostrano episodi ricorrenti di malattia più che un’infezione acuta. I segni clinici più comuni legati a questa forma sono raffreddore e scolo nasale, congiuntivite e ulcerazioni alla cornea.

OCULARI: nei gattini, il sintomo oculare più caratteristico nell’infezione primaria è la congiuntivite. Questo sintomo include iperemia, secrezioni oculari dal sieroso al purulento e blefarospasmo. L’epitelio congiuntivale mostra aree di ulcerazione di dimensioni variabili. Per essere purulento, lo scolo non necessita di una sovrinfezione batterica. In certi casi di congiuntivite grave si arriva al sinblefaro. Se non viene trattato precocemente, il sinblefaro diventa permanente e difficile da risolvere.

Epidemiologia

Il gatto domestico è l’ospite principale dell’herpesvirus, ma il patogeno è stato isolato anche in altri felidi, come il ghepardo e il leone e gli anticorpi sono stati ritrovati anche nei puma. Non c’è alcuna evidenza di infezione umana.

L’FHV-1 è trasmesso ad un gatto suscettibile per contatto diretto con la trasmissione di fluidi corporei, in particolar modo con le secrezioni respiratorie e oculari. I gatti con un’infezione primaria e affezioni alle alte vie respiratorie possono trasmettere più facilmente la malattia grazie all’alto numero di particelle virali presenti nelle loro secrezioni.

Il virus può essere così trasportato approssimativamente per un metro e mezzo con lo starnuto, infettando i gatti vicini e disperdendo il virus nell’ambiente (anche se bisogna ricordare che il contagio indiretto non è la via primaria di infezione). Anche i gatti con malattie ricorrenti oculari o respiratorie possono trasmettere il virus, ma il numero di particelle virali nelle loro secrezioni sarà probabilmente minore rispetto agli animali con un’infezione primaria. Le situazioni troppo affollate e i luoghi chiusi, come i gattili o le colonie, favoriscono la diffusione del virus.

L’infezione trasnsplacentare non è stata dimostrata in campo. Le madri infette in maniera latente possono trasmetterlo alla prole poiché il parto e la lattazione sono due fattori stressanti che possono favorire la riattivazione del virus. I cuccioli possono acquisire l’FHV in giovanissima età, prima della vaccinazione. Lo sviluppo poi dipende dagli anticorpi materni assunti: se è presente un alto livello di anticorpi, i cuccioli sono protetti contro la malattia e sviluppano un’infezione subclinica che porta allo stato latente, mentre in assenza di anticorpi sufficienti, ci sono i segni clinici dell’infezione.

In piccole popolazioni in buona salute, la prevalenza è minore dell’1% mentre nelle grandi popolazioni, specialmente con malattia clinica presente, la prevalenza va dal 10 al 20%. Nei rifugi il rischio di contagio è più alto: con solamente il 4% di gatti eliminatori che entrano in gattile, si può trovare che il 50% dei gatti presenti può eliminare il virus dopo una settimana.

Patogenesi

I primi siti di replicazione sono la congiuntiva, la cornea, l’epitelio nasale e orofaringeo. Il virus invade le cellule epiteliali, replica e le distrugge per uscire. Ciò si traduce in un’infiammazione ed erosione delle superfici epiteliali.

L’escrezione virale inizia 24 ore dopo l’infezione e persiste per 1-3 settimane. Solitamente la guarigione avviene in 10-14 giorni, anche se animali con lesioni gravi in particolar modo ai turbinati nasali o ai tessuti oculari rimarranno ammalati per tutta la vita. Anche se raro, l’infezione da FHV-1 può evolvere in polmonite, causando anche la morte.

Per definizione, gli alfavirus sviluppano latenza neuronale. La latenza è rappresentata da una fase quiescente, non replicativa, durante la quale non vi è alcuna sintomatologia. La riattivazione del virus può succedere periodicamente, con il virus che per via anterograda viene trasportato dai pirenofori ai siti periferici di infiammazione dove riprende a replicare e creare lesioni. Il ganglio del trigemino è un sito conosciuto di latenza del FHV-1. Fattori stressanti che possono spingere alla riattivazione del virus nel gatto sono malattie debilitanti, interventi chirurgici, parto e allattamento, cambio di casa o alimentazione, somministrazione di corticosteroidi. Alcuni gatti adulti possono mostrare le lesioni acute al momento della riattivazione virale. La riattivazione della malattia si indica come recrudescenza. Ci può essere congiuntivite associata ad ulcere corneali, che possono svilupparsi in sequestri cronici.

Terapia

I gattini con infezione primaria possono richiedere solo una terapia di sostegno, ma alcuni necessitano di una terapia antivirale specifica. Di solito si somministrano antibiotici a largo spettro per preventivare secondarie infezioni batteriche, anche se questa pratica è controversa. La fluido terapia, volta a reidratare, rimpiazzare gli elettroliti persi e riequilibrare il sistema acido.basico (rimpiazzare le perdite di potassio e bicarbonato perse con la salivazione e per il mancato nutrimento) è richiesta nei casi con grave sintomatologia.

La pulizia più volte al giorno di occhi e naso, come anche l’applicazione topica di antibiotici oftalmici a largo spettro come gentamicina o tetracliclina, possono aiutare a diminuire le sovra infezioni batteriche. L’uso di bacitracin-neomicina-polimixina B localmente è stato dimostrato causare shock anafilattico in alcuni gatti.

Gatti con ulcerazioni corneali, congiuntivite importante o sinblefaro semplice devono essere trattati con agenti antivirali. In aggiunta, il distacco meccanico dell’adesione può essere fatto frequentemente per prevenire l’adesione.