ONCOLOGIA
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Neoplasie epatiche

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Delle forme primarie il carcinoma epatocellulare è più frequente nel cane maschio mentre nella femmina e nel gatto il carcinoma biliare è la neoplasia che si osserva con maggiore frequenza.I carcinomi epatici primitivi originano dalle cellule epatiche (epatociti) e possono presentarsi sotto forma di un’unica massa nella maggior parte dei casi (60%), sotto forma di noduli (29%) o in forma diffusa (10%); i carcinomi biliari originano invece dagli epiteli biliari e si presentano diffusi o multifocali. La forma solitaria spesso è di grandi dimensioni ed interessa un solo lobo epatico, la forma multifocale è rappresentata da diversi noduli di dimensioni variabili in più lobi e la forma diffusa infiltrativa invade tutto l’organo.I tumori primitivi non epiteliali di origine mesodermica come il mixosarcoma, il fibrosarcoma, il leiomiosarcoma, ecc.. sono rari fatta eccezione per l’emangiosarcoma che è di frequente riscontro nel cane; gli adenomi vengono scarsamente segnalati.

Le differenze macroscopiche tra carcinomi ed adenomi non sono particolarmente significative, in sezione le forme benigne sono quasi sempre dotate di capsula connettivale che non è presente con la stessa frequenza nei carcinomi la cui forma diffusa ne è sempre sprovvista.Nei carcinomi il parenchima tumorale è friabile e può assumere varie colorazioni dovute alla presenza di aree emorragiche, necrotiche, di infiltrazione lipidica o di stasi biliare; gli adenomi sono più uniformi nell’aspetto.

Istologicamente è possibile riconoscere l’origine dei tumori primitivi epatocellulari, le cellule tumorali più grandi, vacuolizzate e con citoplasma basofilo, sono comunque molto simili agli epatociti normali; inoltre l’assenza degli spazi portali, delle vene centrolobulari e dei dotti biliari permette di differenziare i tumori dalle iperplasie nodulari (frequenti nel cane) dove queste strutture sono conservate.

Le neoplasie di origine biliare o tumori colangiocellulari si presentano in piccole masse solide o cistiche con struttura tubulare o confluiscono in un’unica massa policistica a contenuto acquoso con parete connettivale.

La localizzazione intraepatica del carcinoma biliare è la più frequente, questa neoplasia può essere infiltrativa, nodulare o nodosa ed è ricca di stroma fibroso carattere distintivo per la differenziazione dai tumori epatocellulari.

-I tumori metastatici superano di gran lunga i tumori primitivi (74% nel cane ed 80% nel gatto); le metastasi epatiche sono secondarie a neoplasie mieloidi e linfoidi nel gatto, mentre nel cane sono secondarie ad altre forme tumorali come i carcinomi pancreatici, il fibrosarcoma e l’emangiosarcoma.

-Le neoplasie emolinfatiche spesso interessano il fegato, coinvolto nel processo neoplastico; nel caso del linfoma felino al livello epatico le metastasi si presentano in forma nodulare mentre nel caso del linfosarcoma e delle leucemie linfoidi e mieloidi del cane le metastasi sono diffuse ed infiltranti.

Eziologia e sintomatologia clinica

Eziologia:

Le cause che portano allo sviluppo di tumori primari sono quasi del tutto sconosciute, una componente tossica (sostanze cancerogene, composti radioattivi, tossine alimentari come le aflatossine) e parassitaria (distomatosi) potrebbe essere associata allo sviluppo di neoplasie epatiche che invece non sembrano avere nessun legame eziologico con le infezioni virali (epatiti) come avviene nell’uomo.

Non sono riportate predisposizioni di razza, anche se nel Labrador è stata evidenziata una maggiore incidenza del carcinoma biliare.

Sintomatologia clinica:

I sintomi compaiono contemporaneamente al raggiungimento di uno stadio avanzato della patologia tumorale, l’animale viene portato a visita per anoressia e letargia (gatto), vomito ed ascite (cane), dimagrimento, poliuria e polidipsia, aumento di volume dell’addome, a volte ittero (per ostruzione del dotto biliare) e diarrea, coinvolgimento del sistema nervoso centrale con convulsioni ed encefalopatia epatica ed infine se l’origine è metastatica con sintomi del tumore primario.

Fenomeni emorragici con anemia e mucose pallide possono manifestarsi in corso di lacerazione tumorale, evenienza non del tutto rara in caso di carcinoma epatocellulare ed emangiosarcoma; quadri di grave debolezza miastenica e cachessia associati al carcinoma possono essere relativi a sindromi paraneoplastiche.

Diagnosi e terapia

Per i tumori solitari e localizzati ad un unico lobo l’asportazione chirurgica è la scelta d’elezione, in caso di metastasi può essere indicata la chemioterapia che tuttavia non sembra efficace nei tumori primari sia del cane che del gatto; la radioterapia non viene effettuata per l’elevata sensibilità del fegato alle radiazioni.

Carcinoma epatocellulare (cane)

Neoplasia primitiva più comune nel cane anziano, interessa soprattutto i maschi perché nelle femmine è quello di origine biliare intraepatico ad avere maggior riscontro clinico.

Generalmente la sede preferenziale del tumore è la parte sinistra del fegato da cui diffonde con metastasi precoci che interessano linfonodi regionali, polmone e peritoneo.

I segni clinici sono aspecifici e riferibili al danno anatomico e funzionale dell’organo, lo stesso vale per i reperti di laboratorio dove le alterazioni coinvolgono principalmente i parametri di funzionalità epatica (ipoglicemia associata al carcinoma epatocellulare) e di danno cellulare (aumento ALT ed ALP).

La diagnosi di certezza è isto/citopatologica, esaminando la massa tumorale è possibile evidenziare e distinguere le cellule neoplastiche, ecografia e radiografia danno un quadro generale sulla stadiazione del tumore (localizzazione, diffusione e metastasi).

L’intervento chirurgico di epatectomia parziale è la scelta d’elezione per i tumori primitivi del fegato, la chemioterapia non sembra invece efficace e la radioterapia non viene effettuata. La prognosi delle forme neoplastiche maligne è quasi sempre infausta ed il tempo medio di sopravvivenza spesso non supera l’anno dall’intervento chirurgico.

Carcinoma colangiocellulare (gatto)

Le neoplasie primitive sono particolarmente rare nel gatto al contrario del coinvolgimento metastatico dell’organo che è ben più frequente; non vi è predisposizione di razza e sembra che i gatti maschi siano più predisposti allo sviluppo di carcinomi epatocellulari mentre le femmine a quelli di origine biliare.

Il fegato nel gatto è spesso interessato da metastasi per i rapporti di vicinanza con gli altri organi addominali (soprattutto pancreas), per la rete linfatica e per la doppia vascolarizzazione, linfomi ed emangiosarcomi sono i tumori che quasi sempre danno metastasi al livello epatico.

Come per il cane, la sintomatologia è aspecifica, anche se l’interessamento dei vasi biliari può causare l’insorgenza di sintomi riferibili a colestasi ed ittero. Letargia, anoressia, aumento di volume dell’addome, ascite ed emoperitoneo sono tutti segni di compromissione epatica che possono manifestarsi sia in caso di tumori primitivi che metastatici.

Nel gatto la valutazione dei parametri di funzionalità epatica e di danno anatomico non sempre aiuta nella diagnosi, se il tumore non è di grandi dimensioni e non comporta un’ingente perdita di funzionalità dell’organo tali parametri non subiscono alterazioni, evenienza molto frequente nella pratica clinica poiché, come detto prima, spesso il fegato è interessato da metastasi ed è il tumore primario che condiziona il quadro clinico.

L’intervento chirurgico di asportazione del tumore è possibile se la massa è ben delimitata e non ci sono metastasi, se invece il fegato è interessato secondariamente la terapia dipende dal tumore primario.

Adenomi ed iperplasia nodulare

I tumori benigni del fegato, adenomi epatocellulari o epatomi, e quelli di origine biliare o adenomi biliari, sono neoplasie rare nel cane è più frequenti nel gatto; possono presentarsi anche in forma cistica (cistoadenomi).

Ecograficamente gli adenomi si presentano sotto forma di masse di dimensioni variabili con ecogenicità quasi normale o leggermente aumentata (iperecogene), i cistoadenomi invece sono lesioni cistiche, dotate di parete sottile, a distribuzione focale o multifocale più frequenti nei gatti in età avanzata che nei cani.

Le manifestazioni cliniche non sono rilevanti e spesso gli adenomi vengono messi in evidenza in occasione di un’eventuale necroscopia; al livello citologico gli epatociti si presentano più grandi del normale e con un maggiore contenuto di lipidi e glicogeno, al contrario delle forme tumorali maligne non sono presenti mitosi anomale.

Macroscopicamente e clinicamente gli adenomi epatocellulari possono essere confusi con l’iperplasia nodulare, lesione di carattere benigno del fegato che spesso non presenta ripercussioni cliniche e che è molto frequente nei cani anziani; anche l’iperplasia nodulare all’ecografia si presenta con lesioni focali (noduli) di ecogenicità quasi normale spesso non distinguibili dal restante parenchima epatico oppure, più raramente, si presenta con le caratteristiche lesioni ecografiche a bersaglio (con centro iperecogeno) tipicamente significative di metastasi o indicanti spiccata malignità.

Macroscopicamente i noduli iperplastici possono presentarsi singolarmente, multipli e sparsi in maniera irregolare sulla superficie dell’organo, sono di colore più chiaro rispetto al parenchima normale e costituiti da epatociti ipertrofici, con maggiore contenuto di lipidi, acqua e glicogeno, sono di colore più scuro se caratterizzati da ectasia dei sinusoidi.

La distinzione tra forme maligne e benigne avviene tramite biopsia e risonanza magnetica e per l’iperplasia nodulare solitamente non è necessario intervenire in senso terapeutico.

Emangiosarcoma epatico

Nel cane è comunemente la sede metastatica dell’emangiosarcoma splenico. Se il fegato è la sede primaria il tumore si presenta come una massa, anche di grandi dimensioni, che può essere di consistenza spugnosa o solida oppure cavitata e contenente sangue; le metastasi sono generalmente più piccole e numerose.

Sintomatologia clinica:

I sintomi clinici sono strettamente collegati alla gravità della patologia tumorale, alla presenza di metastasi in altri organi ed alla localizzazione del tumore primario; anoressia, letargia, vomito, ascite, distensione addominale per epatomegalia e splenomegalia, encefalopatia epatica, poliuria e polidipsia, anemia, emorragie (rottura della massa tumorale) sono tutti sintomi che possono presentarsi in cani e gatti affetti da emangiosarcoma epatico.

Diagnosi:

Aumento degli enzimi ALT ed ALP, come indicatori di danno anatomico epatico, ed aumento degli acidi biliari, ipoglicemia, alterazioni della coagulazione, come indicatori di danno funzionale, sono elementi spesso riscontrati in corso di neoplasia epatica.

I reperti laboratoristici e le indagini di diagnostica collaterale (ecografia, radiografia) sono di ausilio diagnostico e per la diagnosi di certezza l’ago aspirato deve essere effettuato con cautela per pericolo di rottura della massa tumorale. La citologia può mettere in evidenza cellule endoteliali pleomorfe, con nuclei di grandi dimensioni (macrocariosi) ed alterato rapporto nucleo/citoplasma, mitosi atipiche con divisioni anomale del nucleo.

Terapia:

L’intervento chirurgico è utile se il tumore è localizzato e facilmente asportabile e si consiglia anche la resezione del lobo interessato.

Il fegato ha una grande capacità di rigenerazione della componente anatomica e non di quella funzionale, per tale motivo all’intervento è necessario associare una terapia di supporto integrando fluidi, vitamine, glucosio e fattori della coagulazione. La chemioterapia prolunga il tempo di sopravvivenza.