ONCOLOGIA
ONCOLOGIA

Nutrizione del paziente oncologico

Visto quanto detto fino ad ora, è fondamentale alimentare nella maniera più corretta e bilanciata possibile l’animale affetto da patologie oncologiche.

Spesso però queste patologie sono accompagnate da inappetenza, nausea e rifiuto categorico per il cibo. Il proprietario deve impegnarsi nell’alimentare il suo animale per evitare di dover ricorrere alla nutrizione enterale (e poi se non ci sono miglioramenti a quella parenterale).

Il primo step è stimolare l’appetito: sono molto utili piccoli accorgimenti come scaldare il cibo a temperatura ambiente, scegliere cibi appetibili e aromatici, somministrare il cibo in zone silenziose o poco stressanti, interessare l’animale nella preparazione del suo cibo.

Imboccarlo: se da solo non si alimenta, bisogna aiutarlo imboccandolo.In questi casi è molto comodo frullare il cibo e utilizzare delle grosse siringhe per la somministrazione. Vanno preferiti alimenti relativamente scarsi in carboidrati, molto digeribili e con un certo apporto di fibra insolubile.

Nutrizione enterale: se tutto questo non basta e l’animale non riesce ad alimentarsi bisogna valutare la possibilità della nutrizione enterale. La nutrizione enterale deve essere effettuata con l’ausilio di sonde realizzate a questo scopo, possono essere prodotte in polivinicloruro trasparente, silicone o in poliuretano. Le sonde possono essere distinte in base al loro posizionamento in naso-esofagee, naso-gastriche, esofagostomiche, gastrostomiche e digiunostomiche.

Nutrizione parenterale: le indicazioni per la nutrizione parenterale totale includono tutte le indicazioni per quella enteraleaggiunte all’inabilità del tratto gastroenterico a trattenere, digerire e assorbire adeguate quantità di nutrienti dal cibo. I benefici a lungo termine di questa alimentazione sono questionabili, ma soprattutto va effettuata solo se strettamente necessaria e solo da personale qualificato.ù

Bibliografia

Wakshlag Joseph, Kallfelz F. “Status nutrizionale dei cani con neoplasia: valutazione dietetica e raccomandazioni”

Ogilivie Gregory K. “Interventional Nutrition for the cancer patient” Clinical techniques in small animal practice

Importanza della nutrizione

Alcuni pazienti oncologici non muoiono tanto per la neoplasia stessa quanto per un perdita rapida di condizione corporea che li travolge.

In medicina umana c’è grande interesse per l’alimentazione come mezzo di prevenzione per i tumori: la variabilità degli alimenti è grande e certi protocolli dietetici possono effettivamente ridurre il rischio relativo di neoplasia. Questo può valere quindi anche in medicina veterinaria. Sono stati condotti tre studi nel cane per esaminare i fattori di rischio della neoplasia mammaria legati alla dieta e alla conformazione corporea. I risultati hanno riferito che il contenuto di grasso della dieta non presentava alcuna relazione significativa con l’incidenza della neoplasia, mentre l’obesità incrementava il rischio relativo di carcinoma mammario.  Leggendo i vari studi, quello che appare chiaro è che l’importante è alimentare gli animali con diete ben bilanciate e che soddisfino le linee guida nutrizionali quando si cerca di ridurre la prevalenza di certe neoplasie.

Con cosa alimentare l’animale?

Dal momento che il tessuto neoplastico trae energia e nutrimento dal glucosio come substrato primario, è opportuno  costringerlo ad utilizzare altri substrati che possono contribuire a ridurre la proliferazione cellulare. Le diete commerciali, soprattutto quelle secche, sono ricche in carboidrati: è opportuno quindi fornire una quota supplementare di proteine, scegliendo una dieta ricca di grassi e proteine e povera in carboidrati.

Per quanto riguarda gli alimenti in commercio è necessario esaminare l’analisi garantita del contenuto di proteine e di grassi. Per i cani come valori guida sono ritenuti validi minimo 35% di proteine e 25% di grassi sulla sostanza secca (attenzione a considerare sempre il valore sulla sostanza secca e non sull’alimento tal quale).

Questi valori sono controindicati in animali con ipertrigliceridemia congenita o acquisita, anamnesi di pancreatite o nefropatia cronica.

Amminoacidi

E’ stato ben documentato che le alterazioni degli amminoacidi della dieta possono essere utili come intervento per ritardare la crescita tumorale nei modelli animali.

Si è visto che l’arginina nella dieta è in grado di rallentare la progressione del tumore in numerosi modelli animali, il meccanismo non è ancora ben chiaro ma fornire una quota di proteine della dieta fino al 2% sottoforma di arginina può risultare utile.

La glutammina sembra avere un ruolo importante come immunostimolatore e questa funzione può ridurre la velocità di accrescimento di tumori o metastasi. Si è visto capace di migliorare la funzione gastroenterica, ottimizzando la funzionalità degli enterociti. Sembra però essere molto labile negli alimenti, soprattutto se esposti a temperature eccessive o si trovano in forma liquida.

Gli aminoacidi a catena ramificata (isoleucina, leucina, valina) utilizzati come antitumorali sono oggetto di discussione, ma è probabile che l’integrazione della dieta di alcuni di essi (leucina) possa essere utile in associazione ad altri come l’arginina.

Acidi grassi

E’ stata verificata una forte correlazione tra acidi grassi omega 3 e i tempi di remissione e sopravvivenza ed una diminuzione della velocità di accrescimento dei carcinomi nei modelli animali. Studi clinici condotti sull’uomo hanno dimostrato effetti positivi dell’integrazione di omega 3 sul peso corporeo, qualità della vita, intervalli liberi da malattia e tempi di sopravvivenza in pazienti affetti da cachessia neoplastica e quindi possono essere validi anche per i cani. Sempre dagli studi sull’uomo, gli oli di pesce (es. olio di menhaden) sono la fonte più ricca e efficace di omega 3.Alcuni alimenti per cani sono integrati con acidi grassi omega 3 per ottenere un rapporto di 10:1/5:1 di acidi grassi omega 6/omega 3.

Fibre

Le fibre solubili e insolubili sono davvero importanti, sia per mantenere e migliorare la funzionalità intestinale sia per prevenire certi tipi di cancro. Sono nutrienti fondamentali soprattutto nei pazienti sottoposti a trattamenti chemioterapici, radioterapia o interventi chirurgici. Le fibre sono importanti non solo nel trattamento dei disordini gastrointestinali ma anche nella prevenzione di patologie concorrenti come la colite da clostridi. Quindi una dieta con un’adeguata percentuale di fibra solubile e insolubile è indicata per molti cani e gatti con tumore.

Bibliografia

Wakshlag Joseph, Kallfelz F. “Status nutrizionale dei cani con neoplasia: valutazione dietetica e raccomandazioni”

Ogilivie Gregory K. “Interventional Nutrition for the cancer patient” Clinical techniques in small animal practice

Nutrizione e cachessia

Per decenni si è sostenuto che in caso di neoplasie ci fosse un aumento di substrati energetici utilizzati dall’animale. Molti studi recentii però mostrano che non ci sono modificazioni nell’attività metabolica basale di un animale sano e di uno affetto da neoplasia.

Fino a poco tempo fa si riteneva che l’eccessivo consumo della massa magra fosse dovuto ad un incremento della degradazione degli aminoacidi per sostenere la crescita neoplastica e che senza un’adeguata assunzione, l’organismo catabolizzasse la muscolatura scheletrica per soddisfare queste domande. Negli ultimi dieci anni si è studiato il ruolo dei vari sistemi proteolitici (captesine, calpaine e ubiquitina/proteasoma) coinvolti nell’atrofia muscolare scheletrica associata alla cachessia neoplastica. La sensibilità soprattutto del sistema ubiquitina/proteosoma aumenta nella cachessia neoplastica ed in altre malattie associate a consunzione della massa magra.

Fabbisogni energetici e metabolismo neoplastico

Le cellule tumorali solitamente hanno un metabolismo anaerobico più elevato di quelle normali, per cui si basano maggiormente sul glucosio, cioè si ha un aumento della sensibilità della via glicolitica. Questo aumento della glicolisi porta ad un accumulo di piruvato che viene convertito rapidamente in lattato. Una volta immesso nel corrente circolatorio, il lattato viene captato dal fegato, riconvertito in glucosio mediante il ciclo di Cori e immesso nuovamente nel torrente. Questo però porta ad una perdita di energia da parte dell’organismo: la cellula tumorale guadagna 2 ATP mediante la conversione di glucosio in lattato, ma la conversione del lattato in glucosio da parte della cellula epatica richiede 4 ATP e 2 GTP, portando ad una perdita netta di 2 ATP.

Oltre a questo, è stato dimostrato che il rilascio umorale di certe citochine da parte del tessuto infiammatorio che circonda la neoplasia o dalla neoplasia stessa porta al disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa nei mitocondri, il che può esitare in una riduzione della produzione di ATP. Certe citochine poi possono anche ridurre la sensibilità dell’attività della lipoproteina lipasi endoteliale, causando un accumulo di acidi grassi e trigliceridi in circolo ed impedendo lo stoccaggio degli acidi grassi all’interno degli adipociti. Tutto questo può portare ad alterazioni dei profili lipidici sierici e ad un’ipetrigliceridemia osservata in cani con linfoma

Bibliografia

Wakshlag Joseph, Kallfelz F. “Status nutrizionale dei cani con neoplasia: valutazione dietetica e raccomandazioni”

Ogilivie Gregory K. “Interventional Nutrition for the cancer patient” Clinical techniques in small animal practice

Cachessia neoplastica

Le patologie oncologiche sono estremamente comuni negli animali domestici. La cachessia è la sindrome paraneoplastica più comune in medicina veterinaria. Può essere definita come una perdita di peso progressiva a fronte di un’assunzione calorica apparentemente adeguata. Compare nei cani e nei gatti affetti da un’ampia varietà di tumori maligni ed è il risultato di profonde alterazioni nel metabolismo dei carboidrati, proteine e lipidi. Queste alterazioni possono causare di conseguenza affaticamento, diminuzione delle difese immunitarie e perdita di peso, indipendente dall’adeguato apporto nutrizionale. Queste alterazioni metaboliche sono presenti nel cane e nel fatto con tumori anche prima dell’evidenza clinica della cachessia neoplastica.

L’importanza di questa sindrome è sottolineata dal fatto che animali e uomini con cachessia neoplastica hanno una qualità della vita decisamente inferiore, rispondono meno ai trattamenti e hanno un tempo di sopravvivenza inferiore se paragonato a pazienti con la stessa patologia oncologica ma privi di questa sindrome.

La terapia nutrizionale è una componente chiave del trattamento della cachessia neoplastica e, in certi casi, nel controllo della patologia maligna. Nutrienti specifici sono utilizzati infatti per contrastare gli effetti tossici della chemioterapia e radioterapia e sono importanti per il recupero postchirurgico.

Si ritiene che il 27% dei felini con neoplasia sviluppi cachessia; nei cani non è ancora stata determinata la percentuale esatta.

da “Status nutrizionale dei cani con neoplasia: valutazione dietetica e raccomandazioni” di Wakshlag e Kallfelz

Quando viene valutato il paziente neoplastico per stabilire l’eccessiva perdita di peso e il consumo della massa magra, devono essere escluse altre patologie che portano a queste condizioni, ovvero diabete mellito, cardiopatia, nefropatia e ipertiroidismo.

Se si sospetta una cachessia va effettuato con attenzione un esame accurato della muscolatura della scapola, arti posteriori e dei muscoli masticatori. Si rendono evidenti in tempi rapidi in caso di cachessia prominenze ossee come la tuberosità glenoidea, la spina scapolare, la tuberosità ischiatica, il grande trocantere del femore e la cresta sagittale del cranio.

Per valutare la massa magra è utile esaminare i muscoli glutei e quelli paralombari che evidenziano la prominenza della cresta dell’ileo e dei processi spinosi delle vertebre. Analogamente al BCS (body condition scoring) utilizzato per l’obesità esiste anche un punteggio di condizione muscolare (MCS, muscle condition scoring) in via di sviluppo per definire la cachessia e distinguerla da un consumo normale di massa magra.

Bibliografia

Wakshlag Joseph, Kallfelz F. “Status nutrizionale dei cani con neoplasia: valutazione dietetica e raccomandazioni”

Ogilivie Gregory K. “Interventional Nutrition for the cancer patient” Clinical techniques in small animal practice