ONCOLOGIA
ONCOLOGIA

Neoplasie Polmonari

Casi correlati

Le patologie respiratorie rappresentano un’ampia gamma di malattie che interessano l’albero respiratorio, l’eziologia è multifattoriale e le cause possono essere metaboliche, funzionali, irritative, infettive e neoplastiche; tra queste le forme tumorali che colpiscono il polmone rivestono un ruolo importante nella pratica clinica.  

Cenni di anatomia del polmone:

 

I polmoni, organi deputati alla respirazione, si dividono in destro e sinistro. Il polmone sinistro è costituito da due lobi, uno craniale, a sua volta suddiviso in apicale cardiaco, ed uno caudale, chiamato anche lobo diaframmatico. Il polmone destro presenta quattro lobi, craniale o apicale, medio o cardiaco, caudale o diaframmatico ed accessorio o intermedio.

L’albero respiratorio è costituito dalla trachea, dai bronchi, ovvero le diramazioni all’interno dei polmoni, e dai bronchioli che terminano negli alveoli polmonari, avvolti dai capillari sanguinei, dove avviene lo scambio di ossigeno ed anidride carbonica.

Oncologia polmonare:

Le neoplasie polmonari si dividono in primitive, ovvero che originano direttamente dal parenchima polmonare, secondarie, quando invece il polmone viene coinvolto dalla diffusione metastatica delle cellule tumorali, e multicentriche come i linfomi, l’istiocitosi maligna ed il mastocitoma.

Forme Primitive

Le forme primitive, che interessano principalmente i lobi diaframmatici del polmone, sono meno frequenti sia nel cane che nel gatto delle metastasi tumorali.

Le neoplasie primitive sono quasi tutte caratterizzate da spiccata aggressività ed elevata tendenza a metastatizzare al livello linfonodale, pleurico, osseo e cerebrale; la più diffusa forma tumorale primitiva è l’adenocarcinoma a cui seguono il carcinoma squamo cellulare e bronco alveolare.

I carcinomi indifferenziati ed il carcinoma squamo cellulare sono particolarmente invasisi per l’elevato tasso di sviluppo metastatico.

Forme Secondarie

Le forme secondarie, rappresentate dal polmone come sede di metastasi, sono da ricondursi principalmente a carcinomi della ghiandola mammaria, della tiroide e della vescica, emangiosarcomi, osteosarcomi e melanomi.

il polmone può essere interessato anche da forme tumorali benigne, come gli adenomi papillare e bronchiale, che tuttavia sono molto rare.

Le forme benigne sono caratterizzate dalla formazione di noduli polmonari costituiti da elementi normali ma aggregati in modo anomalo; non sono dotati di capacità di diffusione metastatica e generalmente non causano sintomi.

Calcinoma polmonare

Tumore maligno di origine epiteliale ad eziologia multifattoriale, riconosce fattori di predisposizione genetici ed ambientali; nell’uomo è principalmente associato al fumo di tabacco.

Il carcinoma presenta tre sedi di localizzazione:

–    Centrale (carcinoma squamoso) prevalentemente caratterizzato da sintomatologia ostruttiva

–    Intermedia

–    Periferica (adenocarcinoma)

Le forme di carcinoma intermedio e periferico sono correlate ad eccessiva produzione di secreti bronchiali e fenomeni di cavitazione, tuttavia possono anche essere asintomatiche.

Carcinoma squamo-cellulare

Neoplasia maligna di origine epiteliale caratterizzata dalla crescita irregolare delle cellule che mostrano vari gradi di differenziazione squamosa. Viene anche chiamato carcinoma squamoso. Si sviluppa principalmente nelle aree centrali del polmone, originando al livello delle diramazioni bronchiali, e la crescita può essere tale da impedire completamente il passaggio dell’aria.

Sintomi

L’insorgenza della patologia tumorale primitiva, sia nel cane che nel gatto, è intorno ai 10 anni di età anche se forme tumorali maligne possono colpire soggetti molto più giovani.

La sintomatologia clinica è lenta e progressiva ma non sono da escludere manifestazioni iperacute e/o acute. Alcuni animali affetti da neoplasia polmonare primitiva non presentano sintomi e la diagnosi di neoplasia rappresenta un reperto occasionale.

Si possono manifestare dolore, inappetenza, perdita di peso, emottisi, atrofia muscolare e zoppia, ascite, febbre, letargia, tachipnea e dispnea, debolezza e scarsa resistenza alla fatica.

da grandiclassicidellanatura.blogspot.it

I tumori del polmone possono comprimere ed ostruire i bronchi causando tosse e difficoltà respiratorie, erodere i vasi sanguinei provocando emorragie e favorire l’insorgenza di infezioni per ristagno delle secrezioni della mucosa respiratoria.

L’infiltrato neoplastico influenza negativamente l’ossigenazione con conseguente intolleranza all’esercizio fisico e l’erosione delle vie aeree può causare pneumotorace.

da tuttozampe.com

Nel cane quando si manifestano i sintomi il più frequente è la tosse spesso non produttiva; può essere presente anche emottisi, dispnea, anoressia e dimagramento, ridotta resistenza alla fatica e sintomi riferibili ad altri apparati in caso di metastasi.

Diagnosi

All’esame radiografico i tumori primari spesso si presentano come una massa nodulare e solitaria o possono manifestarsi con il consolidamento dell’intero lobo interessato; meno frequente è la presenza di lesioni nodulari diffuse, miliari, e di forme infiltrative. I noduli multipli sono caratteristici delle metastasi polmonari mentre le forme cavitarie sono spesso indice di tumori a rapida crescita.

da radvet.unimi.it

Cane:

Massa di grandi dimensioni a carico del lobo diaframmatico sinistro compatibile con una forma tumorale primitiva.

 

Nel gatto l’aspetto radiografico della neoplasia polmonare è aspecifico ed il più delle volte sovrapponibile al quadro radiografico tipico delle infiammazioni bronchiali, polmonari e broncopolmonari. Per tale motivo in questa specie è preferibile la diagnosi bioptica.

da quantasystem.com

La broncoscopia permette di valutare l’eventuale ostruzione e/o compressione delle vie respiratorie e la presenza di secrezioni mucose striate di sangue.

Durante l’esame endoscopico è possibile effettuare anche il prelievo bioptico.

Infezioni fungine e batteriche, parassitosi, granulomatosi, bronchiti, edemi e polmoniti possono mimare il quadro radiografico della neoplasia polmonare, per tale motivo si arriva alla diagnosi tramite prelievo bioptico con, in associazione, il lavaggio bronco alveolare e l’esame dell’aspirato polmonare.

Nei soggetti con tumori secondari e quindi con metastasi polmonari la radiografia può essere sufficiente per effettuare la diagnosi se associata alla conferma di neoplasie maligne in altri apparati. La tomografia computerizzata è indicata per avere informazioni più dettagliate ed accurate.

TERAPIA CHIRURGICA

L’intervento chirurgico di lobectomia parziale o totale è la scelta elettiva in caso di masse tumorali primitive se non c’è coinvolgimento extrapleurico o metastasi. Una toracoscopia esplorativa può aiutare a definire la presenza di eventuali metastasi, particolarmente nel caso in cui si debba definire quale porzione di polmone si deve asportare. Studi hanno riportato anche la possibilità di asportare tumori polmonari attraverso la toracoscopia (vedi video).

Una volta definita la posizione della neoplasia da asportare, si procede ad un’incisione della cassa toracica delle dimensioni necessarie per poter esteriorizzare la porzione di polmone coinvolta; in seguito si afferra il lobo con pinze Babcock, lo si esteriorizza e si asporta la porzione (o il lobo in toto) coinvolta. Una volta terminata l’asportazione si riposiziona il polmone nella cassa toracica e si sutura la ferita chirurgica.

Le forme secondarie o metastatiche ed i tumori multicentrici, che non possono essere operati, vengono trattati con la chemioterapia.

L’utilizzo di farmaci  prevalentemente corticosteroidi, è a scopo palliativo.

Prognosi

La prognosi rimane da variabile a riservata con tempi di sopravvivenza non superiori ai 13 mesi; la mancanza di segni clinici e/o di interessamento linfonodale può aumentare il tempo di sopravvivenza a 19 mesi.

Indipendentemente dall’opzione terapeutica in caso di metastasi polmonari la prognosi è infausta.

OSTEOPATIA POLMONARE IPERTROFICA

Sindrome paraneoplastica associata a tumori polmonari primari, metastasi, tumori esofagei, vescicali, renali e surrenalici, patologie cardiache batteriche e parassitarie, megaesofago congenito, granulomi, ascessi e corpi estranei.

Eziologia

L’alterata funzionalità polmonare e l’aumento del flusso ematico al livello degli arti sono alla base della proliferazione periostale a carico delle diafisi delle ossa lunghe, della zona metacarpale e metatarsale.

La proliferazione del periosto sembra essere correlata ad una stimolazione vagale poiché la vagotomia esita nella scomparsa dei sintomi.

Sintomatologia clinica

Il sintomo clinico principale è la zoppia con difficoltà e riluttanza al movimento; gli arti sono caldi, dolenti ed edematosi.

Diagnosi

La radiografia svela la presenza dell’intensa reazione periostale con deposizione di sostanza ossea (periostosi).

Terapia

L’intervento terapeutico è diretto alla risoluzione della patologia sottostante; l’escissione della massa tumorale, quando possibile, può comportare la remissione della sintomatologia; quando non è possibile intervenire chirurgicamente il trattamento è palliativo e si avvale dell’utilizzo di corticosteroidi ed antinfiammatori non steroidei.

TERAPIA FARMACOLOGICA

L’utilizzo di farmaci ad azione chemioterapica è indicato qualora non sia possibile intervenire chirurgicamente per l’impossibilità di asportazione della massa tumorale (ad es. neoplasie sistemiche o tumori metastatici); è inoltre possibile ricorrere alla chemioterapia, come terapia coadiuvante, in caso di escissione parziale della massa tumorale o per il controllo di eventuali metastasi che potrebbero comparire in seguito all’intervento chirurgico.

La chemioterapia NON dovrebbe essere applicata su pazienti con disfunzioni organiche gravi.

Principali farmaci antitumorali

ALCHILANTI

Ciclofosfamide

Cis-platino (*)

Clorambucile

ANTIBIOTICI ANTITUMORALI

Doxorubicina

Actinomicina D

Mitoxantrone

ANTIMETABOLITI

Citosina Arabinoside

Fluorouracile (*)

Azatioprina

ALCALOIDI VEGETALI

Vincristina

Vinblastina

ALTRI

Ormoni e L-Asparaginasi

ALCHILANTI

Meccanismo d’azione:Legano il DNA cellulare modificandone la struttura; mimano l’azione della radioterapia e per tale motivo vengono chiamati anche farmaci radiomimetici.

Ciclofosfamide:

da wikipharmapedia.it

Meccanismo d’azione: Chemioterapico immunomodulante che agisce come alchilante citostatico, lega il DNA modificandone la struttura; rientra nella classe dei profarmaci perché appena somministrato non è attivo e viene convertito al livello epatico. Indicazioni: L’utilizzo principale è nell’uomo per le malattie autoimmuni comela Sclerosimultipla ed il Lupus, può essere impiegata in associazione con la doxorubicina ed è efficace anche nei confronti delle forme carcinomatose. La somministrazione è sia endovenosa che per via orale. Controindicazioni:E’ sconsigliato l’uso durante la gestazione; la ciclofosfamide può avere interazioni con altri farmaci (fenobarbital, diuretici tiazidici e farmaci anticoagulanti).

La ciclofosfamide può provocare cistite emorragica (effetto a breve termine) e favorire lo sviluppo di carcinomi secondari prevalentemente a livello vescicale (effetto a lungo termine)

EFFETTI COLLATERALI

Midollo osseo

 

MIELOSOPPRESSIONE

Cuore

ALTERAZIONE DELL’ATTIVITA’ CARDIACA

Stomaco

 

NAUSEA, VOMITO E PERDITA DELL’APPETITO

Fegato

TOSSICITA’ EPATICA

Pelle

ALOPECIA E IPERPIGMENTAZIONE

CIS-PLATINO

 

Meccanismo d’azione:

Lega il DNA interferendo con tutte le fasi del ciclo cellulare. Interagisce con le basi azotate che compongono il DNA (guanina, citosina ed adenina).

Indicazioni:

Viene utilizzato come farmaco singolo o in associazione ad altri chemioterapici per il trattamento di tumori maligni in stadio avanzato o in presenza di metastasi; è indicato per la terapia di carcinomi del testicolo, dell’ovaio, della vescica, dell’esofago, del polmone e per i linfomi (non – Hodgkin). Somministrato per via endovenosa è escreto dall’emuntorio renale.

Controindicazioni:

Non deve essere impiegato in pazienti con disfunzioni renali, alterata funzionalità midollare, disturbi dell’udito; è sconsigliato durante la gestazione e l’allattamento (attraversa la barriera placentare e viene escreto con il latte).

EFFETTI COLLATERALI
Midollo osseoMIELOSOPPRESSIONE
ReneRENE NEFROTOSSICO
StomacoNAUSEA E VOMITO
FegatoTOSSICITA’ EPATICA
SangueDIMINUZIONE G.R., Mg – K – Ca
 

Il Cis-platino può provocare anomalie congenite

CLORAMBUCILE

Meccanismo d’azione:

Agente alchilante, appartenente al gruppo delle mostarde azotate, che agisce inibendo la proliferazione delle cellule tumorali tramite interferenza con le fasi della replicazione.

Indicazioni:

Impiegato per la terapia di linfomi e leucemie ed altri tumori (adenocarcinomi) viene somministrato per via orale (in medicina umana è utilizzato per il linfoma di Hodgkin ed il sarcoma di Kaposi) sia come chemioterapico unico che in associazione per le fasi di mantenimento e di reinduzione alla remissione del tumore.

Controindicazioni:

Si sconsiglia l’uso del chemioterapico in associazione alla radioterapia; le controindicazioni sono comuni agli altri chemioterapici alchilanti.

Possibili effetti teratogeni. Può abbassare la soglia convulsivante.
EFFETTI COLLATERALI
Midollo osseoMIELOSOPPRESSIONE
StomacoDISTURBI GASTROENTERICI
FegatoTOSSICITA’ EPATICA
PelleDERMATITI

ANTIBIOTICI ANTITUMORALI

Meccanismo d’azione:

Danneggiano il DNA cellulare; sono dei farmaci la cui azione non è strettamente legata alla fase del ciclo cellulare delle cellule tumorali.

Doxorubicina

Meccanismo d’azione:

Chemioterapico che agisce sulle cellule tumorali bloccandone sintesi e trascrizione tramite inserimento nel DNA cellulare e tramite inibizione enzimatica.

Indicazioni:

La doxorubicina è impiegata nel trattamento di numerose patologie tumorali tra cui il carcinoma mammario, tiroideo e polmonare, l’osteosarcoma e l’emangiosarcoma; nell’uomo è utilizzata per la terapia dei linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin. La somministrazione è endovenosa.

Controindicazioni:

Non deve essere utilizzata in soggetti con mielosoppressione da trattamenti chemioterapici, con insufficienza cardiaca, durante la gestazione e in caso di ipersensibilità al farmaco o ad alcuni componenti.

EFFETTI COLLATERALI

Midollo osseo

 

MIELOSOPPRESSIONE

Cuore

ARITMIE CARDIACHE ACUTE

Stomaco

 

NAUSEA, VOMITO E PERDITA DELL’APPETITO

Fegato

TOSSICITA’ EPATICA

Pelle

ALOPECIA

 

La Doxirubicina può compromettere lo sviluppo fetale per la sua azione teratogena

Actinomicina D.

Meccanismo d’azione:

Lega in DNA alterandone la trascrizione; influenza negativamente l’azione dell’RNA polimerasi e la sintesi del DNA (agisce come inibitore della Topoisomerasi II).

Indicazioni:

E’ un farmaco appartenente al gruppo delle actinomicine (antibiotici prodotti dai batteri Streptomyces) indicato per il trattamento di neoplasie come il nefroblastoma, il rabdomiosarcoma ed i carcinomi. La somministrazione è endovenosa.

Controindicazioni:

Le controindicazioni sono comuni agli altri antibiotici antitumorali.

EFFETTI COLLATERALI
Midollo osseoMIELOSOPPRESSIONE
StomacoNAUSEA E VOMITO
FegatoTOSSICITA’ EPATICA
TemperaturaIPERTERMIA

 

L’Actinomicina può indurre sterilità ed alterazioni della normale funzionalità riproduttiva

Mitoxantrone

Meccanismo d’azione:

Inibitore della Topoisomerasi II, altera sintesi e riparazione del DNA.

Indicazioni:

Il Mitoxantrone viene impiegato nel trattamento di carcinomi, linfomi e leucemie. Somministrato principalmente per via endovenosa viene metabolizzato dal fegato ed escreto attraverso l’emuntorio renale.

Controindicazioni:

L’utilizzo è sconsigliato nei pazienti affetti da alterata funzionalità midollare,  durante la gestazione e l’allattamento (viene escreto con il latte) ed in caso di ipersensibilità al principio attivo o agli eccipienti.

EFFETTI COLLATERALI
Sistema NervosoPARESTESIE, CONVULSIONI, LETARGIA E NEVROSI
Midollo osseoMIELOSOPPRESSIONE
StomacoNAUSEA, VOMITO E DOLORE ADDOMINALE
SangueLEUCOPENIA, TROMBOCITOPENIA ED ANEMIA
CuoreARITMIE E CAMBIAMENTI TRANSITORI DELL’ECG
PelleALOPECIA, RUSH ED ALTERAZIONI DEL COLORITO DELLA CUTE
ReneCOLORAZIONE ANOMALA DELLE URINE, IPERAZOTEMIA ED AUMENTO DELLA CREATININA
OcchioCONGIUNTIVITE E COLORAZIONE BLU DELLE SCLERE (REVERSIBILE)

 

Antimetaboliti.

Meccanismo d’azione:

Sono farmaci che agiscono in una specifica fase del ciclo cellulare (fase S).

Citosina arabinoside.

Meccanismo d’azione:

Agente antimetabolico che danneggia il DNA tumorale alterandone la sintesi; inibisce la nucleosidedifosfatoriduttasi ela DNApolimerasi bloccando la replicazione cellulare. 

La citosina arabinoside (Cytarabine) ha proprietà antivirali ed immunosoppressive.

Indicazioni:

farmaco impiegato per la terapia delle leucemie e dei linfomi sia nella fase di induzione che nel mantenimento; è il chemioterapico d’elezione per le forme di linfoma extranodali (oculare somministrato per via sottocongiuntivale e nervoso per via intratecale). Somministrata per via endovenosa e sottocutanea è metabolizzata al livello epatico ed eliminata dall’emuntorio renale; la somministrazione endovenosa lenta può indurre mielosoppressione.

Controindicazioni: la citosina arabinoside è un chemioterapico a bassa tossicità che può essere utilizzato in associazione con altri chemioterapici, la somministrazione contemporanea con la ciclofosfamide è tollerata solo per brevi periodi di terapia.

Controindicata in pazienti con ipersensibilità al principio attivo ed in soggetti con funzionalità epatica compromessa. 

 

EFFETTI COLLATERALI
Midollo osseoMIELOSOPPRESSIONE, ANEMIA, LEUCOPENIA, TROMBOCITOPENIA
PelleDERMATITI
OcchioCONGIUNTIVITE
TemperaturaIPERTERMIA

 

Potenziali effetti cancerogeni, mutageni e teratogeni (rischio fetale)

 

Fluorouracile

Meccanismo d’azione:

Il Fluorouracile interferisce con la sintesi del DNA (viene incorporato nell’RNA) poiché funge da falso substrato.

Indicazioni:

Il Fluorouracile viene somministrato per via endovenosa, a scopo palliativo, nel trattamento dei pazienti, affetti da neoplasia (carcinomi), che non possono essere sottoposti ad intervento chirurgico.

Controindicazioni:

Non deve essere utilizzato in caso di alterata funzionalità midollare, in pazienti in stato di emaciazione o in presenza di gravi infezioni concomitanti.

EFFETTI COLLATERALI
Sistema NervosoLETARGIA E DEBOLEZZA
GastrointestinaleNAUSEA, VOMITO, DUODENITI, GASTRITI, ULCERE, DIARREA, ENTERITI E PERDITA DI APPETITO
SanguePANCITOPENIA, TROMBOCITOPENIA ED ANEMIA
CuoreISCHEMIA DEL MIOCARDIO
PelleERITEMI E FOTOSENSIBILITA’
OcchioFOTOFOBIA, NISTAGMO, VISIONE DOPPIA E LACRIMAZIONE
Il Fluorouracile riduce le difese immunitarie e può comportare un aumento degli incidenti vaccinali
 

Azatioprina

Meccanismo d’azione:

Antimetabolita ad azione immunosoppressiva.

Indicazioni: è indicata per il trattamento delle malattie autoimmuni; in associazione con ciclosporina e farmaci cortisonici (prednisone) è il farmaco elettivo per pazienti sottoposti a trapianto d’organo. Può essere somministrata per via orale.

Controindicazioni:

L’utilizzo dell’azatioprina è sconsigliato durante la gestazione e l’allattamento o nei casi di ipersensibilità al principio attivo.

EFFETTI COLLATERALI

Fegato

AUMENTO DELLE TRANSAMINASI

Gastrointestinale

NAUSEA, VOMITO E DIARREA

Sangue

LEUCOPENIA, TROMBOCITOPENIA ED ANEMIA

Cuore

DISRITMIE ED IPOTENSIONE

L’Azatioprina può provocare tossicità midollare

Alcaloidi vegetali

Meccanismo d’azione:

Sono chemioterapici che derivano dalle piante; dalla Pervinca o Vinca rosea si ricavano la maggior parte degli alcaloidi attivi in una determinata fase del ciclo vitale (Fase M) mentre dal Podophyllum peltatum si ricavano alcaloidi che agiscono sul DNA.

Vincristina

Meccanismo d’azione:

Non ancora del tutto conosciuto, sembra chela Vincristinaagisca interferendo con la divisione cellulare, arrestandola.

Indicazioni:

In associazione con altri chemioterapici è utilizzata, per via endovenosa, nel trattamento di linfomi, sarcomi, linfosarcomi, leucemie, rabdomiosarcomi.

Controindicazioni:

Non deve essere somministrata in pazienti con ipersensibilità al farmaco ed agli eccipienti (alcaloidi della Vinca e mannitolo), con infezioni batteriche concomitanti e durante la gestazione.

EFFETTI COLLATERALI

Sistema Nervoso

IPOESTESIE, PARESTESIE, RIDUZIONE DEI RIFLESSI, ATASSIA E DIFFICOLTA’ MOTORIE

Gastrointestinale

STIPSI ED ILEO PARALITICO, CRAMPI ADDOMINALI, NECROSI INTERSTIZIALI CON PERFORAZIONE

 

La Vincristina può interferire con gli anticonvusivanti riducendone i livelli plasmatici; è teratogena e non dovrebbe essere somministrata in presenza di concomitanti infezioni batteriche.

Vinblastin

Meccanismo d’azione:

Alcaloide vegetale simile alla Vincristina.

Indicazioni:

La Vinblastinaè utilizzata per il trattamento dei tumori polmonari, mammari e testicolari. Somministrata per via endovenosa è sottoposta a metabolismo epatico e viene escreta tramite la bile ed il rene.

Controindicazioni:

L’utilizzo è sconsigliato in epatopazienti ed in soggetti particolarmente emaciati o cachettici.

EFFETTI COLLATERALI

Sistema Nervoso

PARESTESIE, NEURITI PERIFERICHE,  CONVULSIONI E DEPRESSIONE

Gastrointestinale

 

NAUSEA, VOMITO, STIPSI, DOLORE ADDOMINALE ED EMORRAGIE

Sangue

LEUCOPENIA, TROMBOCITOPENIA ED ANEMIA

Cuore

IPERTENSIONE ED INFARTO DDEL MIOCARDIO

Pelle

ALOPECIA

 

Gli alcaloidi della vinca possono causare dispnea e broncospasmo

Altri

Gli ormoni che possono essere impiegati per il trattamento delle neoplasie maligne (endocrino – sensibili) sono prednisone, testosterone, progesterone ed estrogeni; tuttavia negli animali l’utilizzo è sconsigliato per la comparsa di numerosi effetti collaterali associati alla terapia ormonale. I corticosteroidi vengono comunque utilizzati prevalentemente a scopo palliativo.

L-Asparaginasi è un enzima ad azione antitumorale che può essere somministrato anche per via intramuscolare; può causare depressione midollare, coagulopatie e reazioni allergiche.