TERAPIA

Terapia delle affezioni gastrointestinali

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Bibliografia:

Medicina interna del cane e del gatto Nelson R.W, Couto C.G.

Clinica medica veterinaria Ettinger S.J., Feldman E.C.

Valutazione dello stato di idratazione

 

La percentuale di disidratazione fornisce una stima della quantità di liquidi persi; l’elasticità cutanea e la secchezza delle mucose riflettono la riduzione del volume nel compartimento interstiziale mentre la tachicardia e le alterazioni del polso riflettono la riduzione del volume plasmatico.

Quando la percentuale di disidratazione supera il 9% iniziano a diventare evidenti i primi segni di shock ipovolemico. La perdita di liquidi comporta la riduzione del volume di sangue e l’abbassamento della pressione arteriosa; l’organismo di fronte a questi eventi mette in atto dei sistemi compensatori (barocettori aortici e carotidei e sistema renina-angiotensina-aldosterone) che inducono vasocostrizione e riduzione dell’output urinario.

Nei tessuti scarsamente ossigenati aumenta la produzione di acido lattico e l’aldosterone promuove, da parte dei tubuli renali, il riassorbimento di acqua e sodio con contemporaneo aumento dell’escrezione di potassio (Acidosi – Ipokaliemia).

Tanto più la perdita di liquidi è severa e di lunga durata tanto maggiore è il grado di disidratazione.

Se la diarrea è acuta la perdita di liquidi interessa principalmente il comparto extracellulare (ECF), se il fenomeno è cronico può interessare tutte le componenti della Total Body Water.

TWB TOTAL BODY WATER 

 

(60% del peso corporeo totale)

ECF Liquido Extracellulare 

 

(20% del peso corporeo totale)

ICF Liquido Intracellulare 

 

(40% del peso corporeo totale)

Comparto plasmatico/intravascolare 

 

(5% del totale)

Comparto interstiziale

(15% del totale)

Fluidi transcellulari 

 

(1–3% del totale)

(cerebrospinali, gastrointestinali, linfa, bile, secrezioni ghiandolari e respiratorie)

Stimare il deficit idrico permette di effettuare una fluidoterapia bilanciata:

 

Bibliografia:

Ettinger SJ, Feldman EC “Trattato di Clinica Medica Veterinaria: malattie del cane e del gatto” vol. 1-2 Antonio Delfino Editore, 2001.

Nelson RW, Couto CG “Medicina Interna del cane e del gatto” seconda edizione italiana Masson, 2002.

Lloyd E. Davis “Terapia Pratica dei Piccoli Animali” Edizioni UTET. 1992

Guyton & Hall “Fisiologia medica”. Edises. Edizioni scientifiche ed universitarie. Seconda edizione 2001.

Tipi di fluidi

I cristalloidi, una volta somministrati, lasciano il torrente circolatorio per diffondere nel compartimento interstiziale mentre i colloidi, che sono composti da molecole ad elevato peso molecolare, non attraversano le membrane e richiamano liquidi sia dal compartimento interstiziale che intracellulare verso quello plasmatico.

I fluidi con composizione simile al liquido extracellulare sono fluidi “bilanciati” in caso contrario sono “non bilanciati”.

La scelta del fluido da somministrare dipende dal tipo di disidratazione:

 

L’aumento o la riduzione del sodio (Na) influenza la tonicità dei liquidi; questo catione extracellulare regola la pressione osmotica, il volume dei liquidi, la trasmissione degli impulsi nervosi e la depolarizzazione cellulare.

La riduzione del sodio è responsabile della ipotonicità dei liquidi extracellulari mentre l’aumento ne comporta l’ipertonicità.

Il potassio (K) è indispensabile per il corretto funzionamento della contrazione muscolare, della funzionalità renale, della trasmissione degli impulsi nervosi e della funzionalità cardiaca, patologie che causano vomito e diarrea sono le principali responsabili della deplezione di questo catione intracellulare.

Bibliografia:

Ettinger SJ, Feldman EC “Trattato di Clinica Medica Veterinaria: malattie del cane e del gatto” vol. 1-2 Antonio Delfino Editore, 2001.

Nelson RW, Couto CG “Medicina Interna del cane e del gatto” seconda edizione italiana Masson, 2002.

Lloyd E. Davis “Terapia Pratica dei Piccoli Animali” Edizioni UTET. 1992

DiBartola SP “Fluid therapy in small Animal Practice” terza edizione. Saunders, 2006.

Quantità di fluidi

Lo scopo iniziale della terapia fluida è “rimpiazzare” il deficit di idratazione.

La percentuale di disidratazione moltiplicata al peso corporeo dell’animale fornisce la quantità di liquidi da somministrare. Il peso corporeo è un buon indicatore dello stato di idratazione, in condizioni di perdita acuta 1 kg di peso corporeo in meno corrisponde ad 1 litro di fluidi perso. Nei casi cronici invece la perdita di peso comprende anche la riduzione della massa muscolare.

Dopo aver determinato il volume di rimpiazzo si passa alla valutazione delle richieste di mantenimento per assicurare l’equilibrio fluido-elettrolitico del paziente.

 

Bibliografia:

Ettinger SJ, Feldman EC “Trattato di Clinica Medica Veterinaria: malattie del cane e del gatto” vol. 1-2 Antonio Delfino Editore, 2001.

Nelson RW, Couto CG “Medicina Interna del cane e del gatto” seconda edizione italiana Masson, 2002.

Lloyd E. Davis “Terapia Pratica dei Piccoli Animali” Edizioni UTET. 1992

Vie di somministrazione

Velocità di somministrazione

La velocità di somministrazione dipende da rapidità e durata della perdita dei liquidi.

Durante la fluidoterapia il monitoraggio della velocità di infusione dei fluidi, del flusso di urine, della pressione venosa centrale e degli eventuali segni clinici associati ad un’eccessiva idratazione permette di evitare le complicanze dovute ad un aumento eccessivo della Pressione Idrostatica (edemi e versamenti – aumento della diuresi).

La valutazione degli squilibri idro-elettrolitici, conseguenti alla stato patologico del paziente, evita invece la somministrazione di fluidi non bilanciati.

In caso di diarrea, con acidosi metabolica grave, è sconsigliabile utilizzare soluzioni acidificanti e contemporaneamente è importante integrare con soluzioni supplementari di cloruro di potassio (KCl),  particolarmente indicate se il sintomo è cronico.

Bibliografia:

DiBartola SP “Fluid therapy in small Animal Practice” terza edizione. Saunders, 2006

Nelson RW, Couto CG “Medicina Interna del cane e del gatto” seconda edizione italiana Masson, 2002.

Lloyd E. Davis “Terapia Pratica dei Piccoli Animali” Edizioni UTET. 1992

Terapia farmacologica

 

Terapia farmacologica della diarrea acuta
Terapia farmacologica della diarrea cronica

Terapia dietetica

I casi di diarrea acuta, sia nel cane che nel gatto, generalmente si risolvono spontaneamente senza l’ausilio terapeutico. Consigliare al proprietario uno stretto regime dietetico o il digiuno per il suo animale è in ogni modo appropriato perché un soggetto che presenta diarrea avrà comunque un’infiammazione della mucosa intestinale; evitare l’ingestione di cibo annulla l’effetto irritante dovuto al passaggio delle ingesta.

Inoltre, essendo alterata la duplice funzionalità della mucosa intestinale, viene meno sia la capacità di difesa nei confronti di eventuali batteri presenti nell’alimento, sia la capacità di digestione con conseguente accumulo di sostanze osmoticamente attive nel lume intestinale che possono aggravare il quadro clinico.

La diarrea cronica può richiedere un approccio dietetico più specifico tramite l’utilizzo di appositi mangimi presenti in commercio indicati per le disfunzioni dell’apparato gastroenterico.

Calcolare i fabbisogni nutritivi dell’animale, introdurre alimenti nuovi, addizionare con una maggiore quota di fibre e preferire alimenti altamente digeribili sono tutti elementi che risultano utili per la scelta di un mangime adeguato.

Anche nei piccoli animali possono verificarsi intolleranze ed allergie alimentari e come per l’uomo la diagnosi avviene tramite i test allergici e le diete ad esclusione; qualsiasi sia la patologia sottostante la diarrea, il controllo della dieta può essere di fondamentale importanza terapeutica.

Terapia Omeopatica