MEDICINA INTEGRATA: EVIDENZE SCIENTIFICHE

Le basi biofisiche degli esperimenti di Benveniste e le sue implicazioni farmacoelettrodinamiche

VINCENZO VALENZI

Direttore  Dip. Scienze Biologiche, Telesio- Galileo Academy of Science, University of Pecs, Ungheria

Uno  dei principali immunologi della seconda metà del Novecento, che nel 1971 aveva scoperto il PAF (fattore di aggregazione piastrinica), nel corso di alcuni enigmatici esperimenti ebbe a osservare che ad alte diluizioni , e perfino in assenza di molecole, i principi attivi sono ancora in grado di stimolare i sistemi biologici. Alcuni di questi esperimenti furono riprodotti in altri laboratori da ricercatori che avevano firmato l’articolo con Jacques Benveniste  su  Nature 333, 816 (1988). Ulteriori lavori , Medical Hypotheses 54, 33 (2000), Rivista di Biologia / Biology Forum 97),  169-172(2004), mostrano come i segnali fisici d3elle molecole registrabili ,fossero  capaci di mimare l’attività delle molecole stesse. Questi dati sperimentali, contestati da larga parte della comunità scientifica,  che li considerava fuori dalle leggi  della scienza,  negli ultimi anni sembrano trovare più solide fondamenta teoriche (Allan Widom, Yogi Srivastava, Vincenzo Valenzi : The Biophysical Basis of Water Memory. International Journal of Quantum Chemistry (Wiley and Sons), Published on line May 19, 2009[DOI: 22140] )

Non solo teorie, con grande parte del mondo ex sovietico impegnato a lavorare sui modelli di Benveniste  e a contendersi in Award in suo onore  http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10771:i-vincitori-dellaward-benveniste&catid=5:ultime&Itemid=121&lang=it ma anche sviluppi tecnologici, anche questi sub iudice  da parte della comunità scientifica. In queste  tecnologie (Methatron, QxScio ecc) viene realizzato la registrazione su disco del computer  delle informazioni chimiche e biochimiche che possono essere utilizzate  nei test come se fossero i campioni di alimenti farmaci ecc. come avviene per  macchine  bioelettroniche  di prima e seconda  generazione (EAV, Mora, Bicom ecc).

Un EAV era stato usato in uno studio biennale su oltre 400 volontari della GdF, in cui al posto dei farmaci ad alta diluizione si erano usati i farmaci tradizionali (Fans, antibiotici, antistaminici antipertensivi inibitori della pompa protonica ecc. Se le osservazioni di Benveniste sull’efficacia di alte diluizioni aveva turbato prima Benveniste e poi gli altri, nel corso di questo esperimento clinico si era osservato come gli stessi farmaci  “allopatici” sembrano avere un meccanismo di azione fisico quantistico che si associa ai  ben noti meccanismi biochimici, Nell’abstract dell’articolo (Vincenzo  I. Valenzi, Maria Luisa Roseghini: From Drug intolerance to a SEP (Skin electric Parameters) driven therapy. Some preliminar observation. Rivista di Biologia/Biology  Forum 93 (2000) pp. 306-312.) ci si domandava:

L’interazione farmaco recettore è esclusivamente di natura chimica? La “pallottola magica”   è una particella o un’onda? Le prime osservazioni mettono in luce un nuovo scenario costituito da circuiti elettrici corporei misurabili sulla cute, all’interno dei quali le variazioni di conduttanza indotta da segnali fisici, appaiono giocare un ruolo nella diagnostica delle intolleranze e nella guida alla scelta dei farmaci, che sembrano avere oltre ad un’azione chimica ben nota, un’azione fisica di tipo quantistico che per essere compresa necessita di ulteriori studi teorici e sperimentali.

Mentre ancora  non è risolta la questione dell’efficacia dei segnali quantistici dei farmaci per la terapia efficace delle varie patologie che spesso richiede la dose piena (“è la dose che fa il farmaco”), non di meno ci si trova di fronte alla possibilità di guidare la terapia tramite le variazione bioelettriche misurabili,  migliorando il rapporto Rischi/Benefici, che ha raggiunto livelli di guardia come documentato dai numerosi studi di farmacovigilanza.  Grazie a Giuliano Preparata, insieme alla Roseghini inaugurammo una linea di ricerca in farmacoelettrodinamica  che assieme alla farmacogenomica  potrà svelarci molti dei segreti dei farmaci, dei loro meravigliosi effetti e di come poterli usare meglio e in sicurezza. A tal fine è richiesta una maggiore interdisciplinarietà nella ricerca biomedica  e un’integrazione delle più avanzate teorie quantistiche (Effetto Bohm Aranov, Effetto Josephson, ecc) anche alla materia vivente, cosa che avevano cominciato a fare John Eccles che fu mandato in pensione  dall’Università degli Stati Uniti, Jacques Benveniste che ebbe una sorte simile ed oggi anche Luc Montagnier noto per la scoperta dell’HIV . La gravità delle reazioni avverse ai farmaci di ogni genere, richiede uno sforzo comune per decifrare i meccanismi chimico quantistici che governano le interazioni farmacologiche e guidare la pallottola magica di Herlich sempre di più al bersaglio, per evitare il “fuoco amico” che miete troppe vittime.