Ho curato con successo qualche centinaio di casi di spondilosi vertebrale ed è spontaneo domandarsi quale effetto ha sull’organismo malato il Rimedio Omeopatico. Stiamo parlando di un Rimedio che non contiene la sostanza di origine ma soltanto la frequenza elettromagnetica corrispondente. Come può agire risolvendo la sintomatologia dolorosa a livello della colonna vertebrale lombare e come può aiutare a ristabilire un’andatura normale ?

Come sempre ci viene in soccorso la fisica perché purtroppo secondo i parametri della Biochimica tutto questo non ha nessun senso. L’assenza di molecole della sostanza iniziale non giustificano nessun effetto terapeutico così che non può che essere autosuggestione…

Ci viene in soccorso la Medicina Tradizionale cinese : il meridiano della vescica ( al quale non necessariamente corrisponde l’organo considerato come tale dalla nostra medicina occidentale) è uno dei canali principali dove scorre l’energia di un mammifero. Consideriamo il becco di spondilosi come un “ cavallo di frisia frisia“che blocca lo scorrimento dell’energia nel meridiano della vescica. L’effetto del Rimedio Omeopatico corretto è di sbloccare il rallentamento e di permettere all’energia di fluire. L’effetto clinico riscontrabile è la scomparsa della sintomatologia dolorosa comunemente riscontrabile nella muscolatura paravertebrale lombare e della infiammazione dei nervi emergenti dal tratto di midollo spinale corrispondente.

Come avviene in altre patologie possiamo concludere che l’energia vitale del paziente, stimolata dal Rimedio Omeopatico, permette l’instaurarsi di un nuovo, insperato e stabile equilibrio, che ristabilisce la funzione perduta.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Innanzitutto una premessa di anatomia comparata : la biomeccanica e la biodinamica del movimento di un Uomo non sono sovrapponibili a quella di un animale quadrupede. Le vertebre cervicali dell’Uomo presentano interessanti differenze rispetto a quelle degli animali :
Uomo: sono brevi ed esili. La testa è posta in equilibrio in cima alla colonna. La possibilità dei movimenti è decisamente più ridotta rispetto agli animali.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Vertebre Cervicali di CANE

Animali: sono più grosse.
L’asse cervicale costituisce con la testa il Bilanciere cervico-cefalico importante nell’equilibrio e nella locomozione.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Vertebre Cervicali di UOMO

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Funzione del rachide nei quadrupedi.

Le masse muscolari del collo sono molto sviluppate: i movimenti di flessione, di estensione, l’inclinazione laterale e la circumduzione sono ampi e di facilissima esecuzione. La rotazione è molto ampia ed avviene sull’articolazione atlanto-epistrofea: l’insieme del movimento è facilitato dall’elasticità e dalla costituzione robusta dei dischi intervertebrali.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Sacro del CANE

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Legamento Cervicale UOMO

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Vertebre Cervicali di cane n°7
Lo scopo del bilanciere è di adeguare il centro di gravità all’esecuzione dei diversi movimenti e delle diverse posizioni mantenute durante la stazione.
E’ da paragonare al movimento delle braccia nella corsa dell’Uomo, in cui i movimenti oscillatori bilanciano l’alternarsi della spinta propulsiva degli arti inferiori
sul terreno. “ Dr. Paolo Piccini.

Quando la testa di un quadrupede si abbassa: il legamento cervicale tira i processi spinosi del garrese in avanti (direzione craniale), così che i primi corpi vertebrali toracici oscillano in direzione caudale (all’indietro), mentre nella regione toraco-lombare i dischi intervertebrali si comprimono e corpi vertebrali si avvicinano. Questa regione della colonna aumenta la sua rigidità ed è così in grado di trasmettere completamente la forza sviluppata dagli arti pelvici.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Nel cavallo:
addirittura la pressione così esercitata può superare la capacità di resistenza delle vertebre : quando viene abbattuto per eseguire un intervento chirurgico e gli arti sono legati, la forza sviluppata dal bilanciere durante la flessione si concentra verso la 15° vertebra toracica : bisogna mantenere la testa in costante estensione per evitare lo schiacciamento dei corpi vertebrali nella parte posteriore del dorso. Durante la corsa le forze si applicano soprattutto verso la metà del rachide toraco-lombare.

Nel cane:
così si spiegano le frequenti ernie del disco fra la dodicesima vertebra Toracica e la seconda Lombare. Ma non solo: tutto questo ci aiuta a comprendere la dinamica del movimento. Valutiamo il movimento sotto il profilo “fisico”: la forza viene prodotta dagli arti posteriori, trasmessa attraverso la colonna
vertebrale e poi scaricata sugli arti anteriori; comprendiamone la direzione ed eventuali problemi.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Le linee di forza nel loro percorso subiscono diverse deviazioni o “leve “ o “ fulcro delle forze “ : a livello dell’articolazione coxofemorale, dell’articolazione sacroiliaca, sacrolombare, ma soprattutto toraco-lombare e poi si scaricano sull’articolazione della spalla ma soprattutto sui gomiti, quindi sul carpo e infine sulle interfalangee delle mani. Sottolineiamo che la colonna vertebrale non ha la stessa funzione di sostegno che ha per l’Uomo ma è “ come un ponte gettato tra gli arti pelvici propulsori e quelli toracici più adatti alla ricezione e all’ammortizzamento “.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Questo “ ponte “ o albero di trasmissione quando subisce queste “ leve “ è sottoposto ad una serie di continui microtraumi ripetuti e ai successivi processi di riparazione a livello dei punti di disinserzione del legamento longitudinale ventrale che determinano la formazione delle neoformazioni o osteofiti. La patogenesi del fenomeno quindi non è come si pensava legata ad un rilassamento del legamento longitudinale ventrale : questo è soltanto l’effetto e non la causa, ma al succedersi di un numero altissimo di microtraumi e alla successiva attività riparatrice dei corpi vertebrali nel tentativo di stabilizzare la colonna vertebrale.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

In uno studio sugli “ Aspetti Anatomici e cinotecnici della razza Boxer “ l’Amico e Collega Dott. Paolo Piccinini di Ferrara per primo ha ben definito il ruolo delle
vertebre toraciche, lombari e delle loro masse muscolari : “ Le vertebre toraciche sono conformate per assicurare una certa elasticità di movimento, in questo tratto si articolano le coste, importanti per l’espansione della cassa toracica per i movimenti inspiratori ed espiratori. La muscolatura propria è costituita da corpi muscolari distinti che assicurano una buona precisione di movimento flessorio, estensorio e rotatorio.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

Le vertebre lombari Sono più tozze, con processi trasversi più sviluppati rispetto alle toraciche, sia in lunghezza che in larghezza e con un processo spinoso più tozzo e basso. La mobilità di questa regione è nettamente inferiore poiché le masse muscolari che vi alloggiano, hanno un significato di fulcro delle forze che gravano sulla colonna durante il movimento. La larghezza dell’impianto osseo e la presenza di forti masse muscolari, alloggiate tra i processi trasversi e il processo spinoso, danno la tipicità di questa delicata regione anatomica del Boxer, che deve essere forte, larga e con profilo superiore il più possibile piatto; tutto ciò è sinonimo di buono sviluppo e di buona funzionalità delle masse muscolari del muscolo lungo del dorso e della massa comune. Quindi, questa porzione di colonna, ha soprattutto un significato di fulcro delle forze, mentre nella porzione toracica tali forze vengono scaricate nel terreno, provocando lo spostamento e lo sbilanciamento del corpo in avanti.

Tratto da R. Barone “Anatomia comparata dei mammiferi domestici” Edagricole Bologna 1998

La porzione della colonna vertebrale, dove queste forze si contrappongono, è data dalle ultime vertebre toraciche e dalle prime lombari, e di conseguenza, questa porzione è sottoposta ad un maggior stress motorio rispetto agli altri segmenti. Infatti il Boxer, presenta nel passaggio toracico-lombare del rachide un’accentuata curvatura dorsale; tale conformazione determina l’insorgenza di sollecitazioni che, per direzione di intensità si possono definire quasi non fisiologiche. Il tratto terminale della regione lombare subisce, invece, l’azione diretta delle brusche forze di spinta esercitate dalle potenti masse muscolari del treno posteriore. Il continuo carico gravante in tale area, determina microtraumi continui, con conseguente precoce degenerazione dei dischi intervertebrali. Un’altra peculiarità della razza Boxer, consiste nella sua speciale costituzione, e cioè di avere una testa brachicefala ed un corpo mesomorfo. La larghezza della testa deve superare la metà della sua lunghezza complessiva, il che la rende più pesante, tozza e corta rispetto a quella di un cane con caratteristiche mesocefaliche, esempio un Pastore Tedesco; tutto ciò comporta una disarmonia dinamica tra testa e tronco e un’alterata funzionalità del bilanciere cefalo-rachidiano. Quest’ultimo è costituito da tutte quelle strutture muscolo- scheletriche che intervengono per bilanciare il corpo durante i movimenti propulsivi
dei quadrupedi e che ne mantengono l’equilibrio dinamico; è da paragonare al movimento delle braccia nella corsa dell’Uomo, in cui i movimenti oscillatori
bilanciano l’alternarsi della spinta propulsiva degli arti inferiori sul terreno. Anche questo deficit strutturale, che rende questa razza così affascinante dal punto di vista delle selezione, influisce negativamente sul segmento toraco-lombare della colonna vertebrale, generando stress articolare e, dove è presente una predisposizione genetica famigliare, viene a verificarsi la causa della comparsa della spondilosi deformante.