La scienza dell’omeopatia

Luc Montagnier

Il 21 Aprile 2020 le dichiarazioni di Luc Montagnier sul virus modificato hanno suscitato scalpore. Non è stato abbastanza sottolineato che la ricerca scientifica vive di sussidi e che basta ventilarne il blocco per far rientrare nei ranghi il mondo accademico. La critica principale al Premio Nobel è che negli ultimi tempi ha sostenuto tesi poco ortodosse come la Memoria dell’Acqua. Difficile contraddirlo con argomenti validi, più facile screditarlo in vita prima della più facile “damnatio memorie”. Così ai mie 23 lettori, come diceva Giovannino Guareschi, io propongo una sua intervista dell’Ottobre 2019 dove afferma che l’Omeopatia ha basi scientifiche.

Il giuramento di Ippocrate chiede al medico di non nuocere innanzitutto. Il rimedio omeopatico non usando materia, non crea gli effetti collaterali che ogni farmaco porta con sé. La difficoltà nella comprensione dei meccanismi con cui funziona la medicina omeopatica è legata alla sua spiegazione con la Fisica Quantistica che ancora è poco diffusa nell’opinione pubblica. Il prof. Montagnier, premio Nobel per la Medicina, racconta nell’intervista che in Francia non gli permettono di parlare delle sue ricerche sulla memoria dell’acqua, solo per pregiudizi. Viene accolto come speaker alla Royal Academy di Londra (la famiglia reale inglese si cura con i rimedi omeopatici da generazioni e mantiene una longevità invidiabile), ma viene rifiutato nella sua terra natale, solo per pregiudizi. Negli ultimi anni ha fatto degli esperimenti partendo dal sangue infetto di pazienti con il morbo di Lyme. Dal DNA cellulare si può eseguire in laboratorio un’operazione chiamata PCR (Polimerasi chain reaction) ovvero una reazione biochimica che produce enzimi polimerasi. Montagnier ha diluito una soluzione di DNA dei portatori di morbo di Lyme per migliaia di volte fino ad arrivare a un’acqua che non contiene più alcuna molecola di materia di DNA. Ebbene quest’acqua “informata”, ma priva di contenuto materiale è in grado di creare reazioni di PCR, dimostrando che l’acqua può “memorizzare” informazioni genetiche senza la presenza di DNA. Secondo lo scienziato, virus, batteri e microorganismi sono in grado di cedere “informazioni” all’acqua e quindi si può immaginare di gestire delle cure solo con acqua “informata”.

Secondo la fisica quantistica l’acqua contiene materia, luce (fotoni) e spazio. La luce è il cemento tra le molecole di materia e i loro spazi. Se diluiamo le soluzioni acquose fino a perdere la materia, aumentiamo il loro contenuto in fotoni. L’acqua con il suo campo elettromagnetico può oscillare tra uno stato di basa densità (molecole allineate) a uno di alta densità (molecole disallineate) secondo i principi della fisica quantistica. La velocità con cui l’acqua passa da una bassa densità all’alta densità è definita da una frequenza. Diluendo l’acqua otteniamo intensità e frequenza differenti. È molto importante anche il principio di risonanza: quando lo spettro delle frequenze del nostro corpo (disordinate a causa della malattia) incontra lo spettro di frequenze differenti del rimedio omeopatico (ordinate) si avrà un effetto di risonanza, ovvero un effetto di trasmissione di informazioni ordinate, senza scambi di materia.

Studi clinici molto interessanti e poco conosciuti sono stati fatti negli anni’80 in Bangla Desh a seguito di un’intossicazione da Arsenico che ha colpito 120 milioni di persone. Somministrando una diluizione omeopatica di Arsenico si è visto che i malati eliminavano con le urine 3-4 volte più arsenico dei pazienti che non facevano tale cura. Questi studi hanno confermato le ricerche di Lisa Wurmser, fatti sui ratti negli anni ’50 che riferivano la capacità disintossicante del rimedio omeopatico sui ratti di laboratorio sperimentalmente intossicati. Purtroppo anche questi studi non hanno avuto un’ampia diffusione nell’opinione pubblica.

Lo scienziato Montagnier sostiene infine che occorre vincere i pregiudizi contro la medicina omeopatica che nascono da chi non ha mai voluto approfondire la materia, ma si trincera dietro dogmi e pregiudizi (come quello secondo cui l’effetto omeopatico è solo dovuto a suggestione o effetto placebo). La ricerca omeopatica è basata su esperienza clinica, su fatti e Montagnier riferisce che, avendola provata su se stesso, ha avuto conferma che non esiste l’effetto placebo tanto sostenuto dai detrattori. E termina ricordando al pubblico che la scienza è evoluzione e non dogma. Occorre davvero cambiare parametri di ricerca.