Via l’omeopatia dalla sanità toscana
Omeopatia, la Toscana risponde all’attacco dell’Istituto superiore della Sanità
L’accusa: “Non ha senso offrirla nel servizio pubblico”. La replica: “Da noi c’è il timbro Doc sulle medicine integrate: le usiamo da anni”
09 febbraio 2017
Una targa sul muro di una struttura della Asl di Lucca finisce su Twitter e scatena le polemiche del presidente dell’Istituto superiore di Sanità Walter Ricciardi. “Ambulatorio omeopatia, ginecologica e oncologica”. A mettere online l’immagine è Salvo Di Grazia, il medico che gestisce il sito anti bufale in sanità Medbunker e a ritwittare l’immagine è anche lo stesso Ricciardi, che aggiunge il commento: “Come è possibile che una Regione seria come la Toscana consenta una cosa del genere?”. L’omeopatia è presente da molto tempo all’interno del sistema sanitario della nostra regione, insieme a fitoterapia e agopuntura. Qui c’è il maggior numero di ambulatori pubblici d’Italia ai quali si accede senza ricetta del medico e di solito pagando un ticket. Per avere un appuntamento bisogna passare dai Cup. Ci sono centri di riferimento regionali per le varie tipologie di medicine, e proprio Lucca è quello dell’omeopatia, coordinato dal dottor Elio Rossi.
“Quel cartello messo così, in un ospedale pubblico, fa impressione – aggiunge Ricciardi. Quello che sorprende è che in un’epoca di scarse risorse per il servizio sanitario nazionale parte di quelle pubbliche vadano ad attività di nessuna evidenza scientifica, come hanno riconosciuto ad esempio sia in Francia che negli Usa”. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità rimarca più volte come lo stupisca il fatto che il tutto avvenga in Toscana. “Una regione seria, tra le migliori per l’assistenza sanitaria, che tra l’altro è spesso tra le prime quando si tratta di decisioni innovative. Penso ad esempio a quella di imporre la vaccinazione a tutti i bambini che si iscrivono all’asilo nido e alla scuola materna. Chi vuole curarsi con l’omeopatia ha tutto il diritto di farlo ma fuori dal servizio sanitario pubblico”.
“Noi insieme all’oncologia di Lucca abbiamo aperto un ambulatorio che si chiama “medicine complementari e alimentazioni in oncologia” e si occupa di sostenere i pazienti oncologici riducendo gli effetti avversi delle terapie come la chemio spiega Elio Rossi – Abbiamo avuto buoni risultati di gradimento, tanto che nel 2015 la Regione ha fatto una delibera per integrare le terapie complementari per l’assssitenza di supporto ai pazienti oncologici. A Lucca siamo presenti ormai dal 1998”. Salvo Di Grazia, che ha sollevato il caso sul social network, ha invece commentato: “Questo in Toscana. 2017, ospedale pubblico. Poi parlano di sprechi”. Siamo in un periodo di contrapposizione forte tra coloro che sono favorevoli a questo tipo di medicina e ad altre di quelle non convenzionali, e coloro che non lo sono. Secondo i dati degli stessi produttori di prodotti omeopatici si sta anche assistendo ad un calo delle vendite in farmaci.
“Il presidente dell’Istituto superiore di sanità dice che la Toscana è tra le regioni migliori per l’assistenza ai cittadini. È vero anche perché qui si è scelto di inserire agopuntura, fitoterapia e omeopatia nel sistema pubblico”. A parlare è Sonia Baccetti, responsabile della rete regionale medicina integrata: “La Toscana sottopone le medicine complementari agli stessi criteri di appropriatezza, qualità e sicurezza di tutte le altre prestazioni a difesa della salute dei cittadini”. La nostra regione è stata la prima in Italia ad inserire nel percorso pubblico queste discipline. “Tra l’altro l’accordo Stato-Regioni del 2013 regolamenta formazione e esercizio di queste attività, affermando che costituiscono atto sanitario e sono quindi di esclusiva competenza e responsabilità del medico”, dice Baccetti.
Ricciardi, va specificato, ha criticato la Toscana solo per quanto riguarda l’omeopatia, non per fitoterapia e agopuntura. “Come ha registrato l’Agenzia regionale di sanità, il 7,9% dei toscani ha utilizzato almeno una volta l’omeopatia e il dato sale al 23.3% se si considerano solo i bambini – dice Baccetti – E l’indice di gradimento per i risultati ottenuti è stato del del 79%. Questi dati sono confermati a livello nazionale e internazionale”. La dottoressa spiega come la Toscana dal 2005 investe in formazione per i medici che esercitano queste discipline. Riguardo a Lucca, “l’ambulatorio di omeopatia, istituito nel settembre 1998 e dal 2002 è struttura di riferimento regionale, ha pubblicato diversi studi sui risultati clinici ottenuti con la medicina omeopatica. In particolare i risultati positivi sulle patologie
respiratorie di natura allergica, anche per quanto riguarda il rapporto costi/benefici, sono usciti sulla principale rivista scientifica di settore. In questa struttura è attivo dal 2010, in collaborazione con l’oncologia, un ambulatorio di medicine complementari e alimentazione in oncologia, che ha l’obiettivo di ridurre gli effetti avversi, se presenti di chemio e radioterapia e terapia ormonale e migliorare così la qualità della vita dei pazienti”.