Uva fresca e passita
dott.ssa Chiara Dissegna – chiara.dissegna@gmail.com
I cani sono ghiotti di uva fresca e passita. Purtroppo a seguito dell’ingestione i soggetti più sensibili manifestano inizialmente turbe gastrointestinali inizali che possono esitare in insufficienza renale acuta.
Meccanismo d’azione
Ancora oggi non è chiara l’eziopatogenesi dell’intossicazione nel cane; le varie teorie comprendono disturbi metabolici, un composto nefrotossico presente nell’uva e reazioni individuali (idiosincrasia).
Sintomi
Un cane può ingerire da pochi chicchi ad un chilo di uva. Tenuto conto di questo, quasi tutti i soggetti dopo un paio di ore dall’ingestione presentano emesi. Comune è il riscontro di tracce di uva indigerita nel vomito, nelle feci o in entrambi. Dopo 5 o 6 ore dall’assunzione possono comparire anoressia, diarrea, letargia e polidipsia.
I segni dell’insufficienza renale acuta si manifestano dopo 1 o più giorni dall’ingestione e comprendono anoressia, letargia, depressione, vomito, diarrea, disidratazione, peritonismo e tremori. Da 24 ore a qualche giorno dopo l’assunzione può verificarsi aumento dei valori sierici di azoto ureico, creatinina, fosofro e calcio come espressione di un danno renale progressivo. I segni clinici possono andare incontro a remissione nell’arco di alcune settimane o assumere carattere ingravescente.
Trattamento
La prima cosa da fare è la decontaminazione: se l’ingestione è recente (entro le due ore) l’induzione del vomito e la somministrazione di carbone attivo e purgante salino aiutano a prevenire l’assorbimento dei potenziali agenti tossici.
L’animale poi deve venir rapidamente sottoposto a fluidoterapia per via endovenosa