Modificazioni dell’attività fisica
Terapia conservativa non farmacologica: modificazioni dell’attività fisica
Dott. Mauro Dodesini – mauro.dodesini@omeopatiapossibile.it

a) esercizi controllati : low impact exercise
– idroterapia,
– mobilizzazione passiva,
– massoterapia,
– attività sul treadmill,
– stretching

b) esecuzione di test specifici : come nuoto e stretching.
Si propongono di guadagnare sui tempi di recupero funzionale, di limitare i danni da immobilizzazione e di prevenire l’ipotrofia muscolare.
c) fisioterapia strumentale: è la branca della medicina riabilitativa che utilizza a scopo terapeutico le energie fisiche. L’impatto di queste energie sui tessuti genera una catena di reazioni biologiche che si traducono in specifici effetti terapeutici quali: analgesia, attivazione de metabolismo locale, decontratturazione o tonificazione muscolare ecc.
Le energie fisiche maggiormente utilizzate sono:
- ultrasuoni: ad azione continua o pulsata di onde sonore con frequenza di 1-2 MHz. L’azione terapeutica è legata all’incremento di temperatura che si ottiene: questo migliora sia l’estensibilità dei tessuti molli sia la permeabilità di membrana dei tessuti con conseguente maggior scambio di principi nutrienti
- correnti elettriche: applicando stimolatori elettrici a bassa frequenza a corrente alternata o pulsata ci si propone di evitare la riduzione della massa muscolare e incrementarla, di ridurre il dolore e l’edema e di stimolare la cicatrizzazione
- onde elettromagnetiche, come la magnetoterapia
- energia termica: si possono utilizzare applicazioni calde (con una temperatura tra i 40° e i 45° per un periodo compreso tra i 15 e i 10 minuti) per diminuire gli spasmi muscolari e la rigidità articolare (non utilizzare in caso di edema e/o tumefazioni) o applicazioni fredde (soprattutto in caso di infiammazione calda e dolente di una specifica articolazione.
