Dermatologia

DERMATITE ATOPICA

Casi correlati

Definizione:

La dermatite atopica o “atopia” è un’affezione cutanea, su base allergica (ipersensibilità di Tipo I), geneticamente trasmissibile e con predisposizione familiare, che si manifesta con maggiore frequenza nel cane (10% – 35%) rispetto al gatto dove è ben più rara. La comparsa della malattia cutanea nei piccoli animali è la manifestazione più frequente dell’atopia al contrario dell’uomo dove si manifesta prevalentemente con sintomi a carico dell’apparato respiratorio.

Eziologia:

L’esposizione ripetuta e continuativa ad alcune sostanze (allergeni), solitamente innocue, provoca nei soggetti allergici una reazione immunitaria esagerata con produzione di anticorpi IgE specifici nei confronti degli allergeni ambientali.

L’atopia è su base genetica/ereditaria ed alcune razze come il Terrier, il Boxer, i Retriever, il Dalmata, lo Shar Pei ed il Beagle sono maggiormente predisposte. La sintomatologia clinica generalmente è stagionale con prevalenza maggiore nei periodi primaverili ed estivi, il decorso è cronico ed il quadro clinico il più delle volte è polimorfo.

Fisiopatologia

La cute si comporta come un sistema nervoso esterno che comunica con il SNC attraverso numerose terminazioni nervose responsabili della trasmissione degli impulsi nocicettivi, tattili, termici e pruriginosi. Le fibre di grosso calibro a conduzione lenta veicolano impulsi non nocicettivi mentre le fibre di piccolo calibro a conduzione veloce trasportano gli impulsi dolorifici.

Il prurito induce il grattamento che, se eccessivo, provoca autotraumatismi; alla base di questo meccanismo vi è una teoria, ancora oggetto di studi, chiamata  “Teoria del Cancello” (GCT: Gate Control Theory) mutuata dagli studi sulla neurofisiologia del dolore.

Le fibre nervose interagiscono modulandosi tra loro, aprendo e chiudendo il “cancello”, che porta il messaggio dolore o prurito al cervello, attraverso la stimolazione del neurone inibitorio (I) e del neurone di proiezione (P). L’attivazione delle fibre a conduzione lenta chiude il “cancello”, mentre le fibre a conduzione veloce lo aprono. Il grattamento e lo sfregamento possono, secondo la GCT, dare sollievo al prurito chiudendo il “cancello”. Lo stesso fenomeno spiega perché quando ci facciamo male e percepiamo dolore sfregando o toccando la parte lesa abbiamo sollievo; la nocicezione viaggia attraverso fibre di diametro minore, veloci, mentre lo sfregamento convoglia impulsi e sensazioni al cervello tramite fibre di diametro maggiore, lente, che attivano il neurone inibitorio (I).

Il prurito provoca frequentemente autotraumatismi per sostituzione dello stimolo pruriginoso con la sensazione dolorifica; lesioni autoindotte si verificano più spesso nel gatto rispetto al cane e la soglia del prurito sembra abbassarsi, sia nell’uomo che negli animali, durante la notte.

Bibliografia:

Ettinger SJ, Feldman EC “Trattato di Clinica Medica Veterinaria: malattie del cane e del gatto” vol. 1-2 Antonio Delfino Editore, 2001.

Linda Medleau,Keith A. Hnilica “Dermatologia del cane e del gatto. Atlante a colori e guida alla terapia” seconda edizione Elsevier Masson 2007 Milano

Michael Schaer “Medicina clinica del cane e del gatto” Edizione Masson Elsevier. Milano. 2006

Robert Moraillon,Yves Legeay “Dizionario pratico di terapia canina e felina” quarta edizione Masson 2006 Milano

Sintomatologia: prurito

Dott.ssa Chiara Scerna – chiara.scr@alice.it

Nei primissimi stadi di malattia la dermatite atopica può passare inosservata o presentare lievi sintomi come il leccamento di alcune zone in particolare (spazi interdigitali) e la comparsa di aree decolorate del mantello. La cronicizzazione dello stato atopico porta con se tutta una serie di sintomi che si manifestano con lesioni cutanee, alopecia e contemporanee infezioni batteriche e micotiche.

Nel gatto la dermatite atopica si presenta con aree alopeciche che interessano l’addome, i fianchi e la regione del dorso; l’intenso prurito ed il continuo leccamento favoriscono la formazione di lesioni predisponenti l’insorgenza di infezioni secondarie.

La dermatite atopica è una reazione di ipersensibilità di Tipo I mediata da anticorpi.

Il prurito, principale segno clinico, è causa di lesioni secondarie da leccamento e da grattamento che predispongono all’insorgenza di infezioni secondarie.

Bibliografia:

Ettinger SJ, Feldman EC “Trattato di Clinica Medica Veterinaria: malattie del cane e del gatto” vol. 1-2 Antonio Delfino Editore, 2001.

Linda Medleau,Keith A. Hnilica “Dermatologia del cane e del gatto. Atlante a colori e guida alla terapia” seconda edizione Elsevier Masson 2007 Milano

Michael Schaer “Medicina clinica del cane e del gatto” Edizione Masson Elsevier. Milano. 2006.

Terapia

L’approccio più indicato è l’allontanamento degli allergeni che causano la reazione di ipersensibilità; nei casi dove non è possibile allontanare l’animale dagli antigeni ambientali può essere effettuata la desensibilizzazione tramite test allergici per ridurre il prurito. La terapia farmacologica si avvale dell’utilizzo di farmaci antipruriginosi (cortisonici ed antistaminici), sia per via sistemica che ad uso topico, ed immunosoppressori (ciclosporina) in associazione al trattamento delle affezioni secondarie.

Test intradermico:

Viene effettuato sull’animale per valutare a quali allergeni il soggetto è maggiormente sensibilizzato; l’iniezione delle sostanze da testare è eseguita su zone di cute sana accuratamente depilata, la comparsa di pomfi eritematosi nel sito di inoculo indica positività di reazione. Il test si basa su reazioni di ipersensibilità immediata e per l’interpretazione del risultato del test si mettono a confronto la zona di inoculo della sostanza con le due aree cutanee dove precedentemente sono stati iniettati istamina (controllo positivo) e soluzione salina (controllo negativo).

L’accuratezza del test intradermico è condizionata dalle concomitanti terapie farmacologiche cui è sottoposto l’animale, prima dell’esecuzione del test è opportuno rispettare i tempi di sospensione dei farmaci (antinfiammatori e cortisonici).

Test allergici su siero:

Vengono effettuati per la determinazione dei livelli di IgE specifiche su siero; le tecniche utilizzate sfruttano la metodica ELISA (immunoenzimatica) , l’utilizzo di anticorpi monoclonali e policlonali e di anticorpi anti IgE radioattivi (metodica RAST).

I falsi positivi per cross reazione con le IgG si riducono notevolmente utilizzando la metodica ELISA che sfrutta un recettore altamente specifico per le IgE presente sulla membrana dei mastociti e dei basofili.

Bibliografia:

Ettinger SJ, Feldman EC “Trattato di Clinica Medica Veterinaria: malattie del cane e del gatto” vol. 1-2 Antonio Delfino Editore, 2001.

Linda Medleau,Keith A. Hnilica “Dermatologia del cane e del gatto. Atlante a colori e guida alla terapia” seconda edizione Elsevier Masson 2007 Milano

Michael Schaer “Medicina clinica del cane e del gatto” Edizione Masson Elsevier. Milano. 2006

Robert Moraillon,Yves Legeay “Dizionario pratico di terapia canina e felina” quarta edizione Masson 2006 Milano

Éric Guaguère,Emmanuel Bensignor “Terapia dermatologica del cane” Manuale di Medicina Veterinaria edizioni masson s.p.a. 2005 Milano

Peter Forsythe,Anita Patel “Dermatologia dei piccoli animali. Percorsi diagnostici e casi clinici” Edizioni Elsevier Masson 2009 Milano

Terapia omeopatica classica

La ricerca del Rimedio Omeopatico individuale viene fatta attraverso una visita e una conversazione con il Proprietario per riuscire a determinare le caratteristiche comportamentali e fisiche peculiari di quel particolare paziente.

Non esiste un Rimedio omeopatico che guarisca la cute o faccia sparire il prurito a tutti, soluzione in verità poco credibile, ma il Rimedio viene diagnosticato e scelto tra i 3.000 disponibili.

La nostra organizzazione del lavoro prevede l’invio di un questionario da rinviarci

compilato e da noi rielaborato prima della visita.

Questo ci aiuta ad inquadrare:

  • a) Un’anamnesi accurata.
  • b) la sintomatologia particolare del paziente. Per esempio le modalità di aggravamento e miglioramento del prurito, la sua sensibilità rispetto ad eventuali allergeni, etc.
  • c) Verificare la possibilità di una casualità all’esordio della patologia.
  • d) l’ambiente in cui il paziente vive e le sue abitudini.
  • e) le sue caratteristiche comportamentali in relazione: al nucleo famigliare, al comportamento con proprietari, persone ed altri animali. Eventuali alterazioni avvenute in seguito alla malattia, etc.