Uccelli gridano ‘al lupo’ per spaventare predatori

Il beccospino bruno, tra gli uccelli più piccoli dell’Australia, ha imparato a fare le imitazioni per difendere il suo nido dai predatori. All’avvicinarsi di una cornacchia inizia a gridare “al lupo” – o meglio “al falco” – lanciando il segnale d’allarme per l’arrivo del rapace nella ‘lingua’ dei pettirossi, delle roselle e di altri volatili. In questo modo la cornacchia, spaventata, si blocca quel tanto che basta da dare il tempo ai piccoli di beccospino di mettersi al riparo.

La scoperta si deve ai ricercatori dell’Australian National University, secondo cui questo è il primo studio a dimostrare che gli uccelli usano il mimetismo vocale per spaventare i predatori. “Non è un’imitazione perfetta, ma è sufficiente a ingannare il predatore”.

A insidiare l’uccellino, che pesa appena 7 grammi, è in primo luogo la cornacchia sibilante bianca e nera. “È 40 volte più grande del beccospino e può mangiare sia i nidiacei che gli individui adulti”, spiegano gli esperti.

Lo studio ha scoperto che, se il beccospino imita l’allerta falco di altre specie, la cornacchia si distrae per circa 16 secondi, abbastanza da consentire la fuga o la ricerca di un riparo. Quando invece il beccospino lancia l’allarme nella sua ‘lingua’, la distrazione della cornacchia dura la metà del tempo, riducendo le possibilità di sfuggire all’attacco.